Un grande roar panteresco a voi, carissimi amici.
Presa dai fumi dell'alcol pensavo: e se facessi una sigla d'apertura con la mia faccia nel cerchio mentre ruggisco, come il leone della Metro-Goldwyn-Mayer? Ma non sarebbe un'idea, senza voler esagerare, a dir poco fantastica? Secondo me sì.

Oggi sono particolarmente felice perché finalmente ci siamo levati Daenerys dai coglioni. Ci sono volute 5 stagioni, ma finalmente è successo: 40 minuti senza la nana malefica.
Ah, ve lo dico, ma forse l'avete capito: io questa recensione non la rileggo.
Quello che c'è scritto, c'è scritto.
L'episodio, come nella migliore tradizione di GOT, rappresenta un grande passo falso e se l'avete visto sapete di cosa parlo: la violenza su Sansa.
Vorrei parlare di altro, ma la verità è questa: non succede nient'altro.

Recap veloce:
È il giorno del matrimonio di Sansa, e Myranda la zecca arriva a farle il bagno e dare i suoi avvertimenti "utili" per fare in modo che Ramsay non la trasformi in Chappie (il cibo per cani, non il robot).
Sansa, però, ci stupisce: dopo ben 5 stagioni in cui era utile come un soprammobile, all'improvviso un sussulto di dignità.
Prima sgama le pulsioni di Myranda e poi finalmente LA frase: "Sono Sansa Stark di Grande Inverno", dice, con tono che mai come prima d'ora la fa sembrare la Catelyn della primissima stagione (anche perché poi muore, direte voi) "Questa è la mia casa, e tu non mi può spaventare".

Purtroppo il suo momento di gloria dura davvero un momento, perché subito dopo il matrimonio, Ramsay la porta in camera da letto e le dice di togliersi i vestiti.
E fin qua.
Poi però Theon fa per andarsene, ma Ramsay sorride e gli intima di restare. "Conosci Sansa da quando era una bambina. Ora guardala diventare una donna"
Theon piange, Sansa piange, io piango e secondo me anche il mio vicino maniaco piange, perché è la scena è davvero tremenda.

Ci sono state un sacco di denunce nel corso degli anni sul modo in cui Game of Thrones gestisce il tema stupro e sono tutte ben guadagnare.
Prima Deanerys, poi Cersei, ora Sansa: la HBO ha la tendenza ad utilizzare la violenza sessuale clamorosamente, senza un grosso apporto a livello di trama o di descrizione dei personaggi.

Sansa ha trascorso gran parte del tempo sullo schermo soffrendo ed essendo vittima, e il suo arco narrativo in questa stagione ci ha soddisfatti proprio perché si è protratto verso la fuga e la riaffermazione.
Anche nei libri, dove l'abuso di Sansa ad Approdo del Re è perfino più sgradevole, l'umiliazione e la violenza si fermano quando si libera da quel luogo: finalmente diventa giocatore e non più pedina.
E noi siamo felici: per lei, per noi, per tutti.
Si tratta di un corretto arco narrativo, del tipico viaggio dell'eroe che, ad un tratto, trova la forza in se stesso per il riscatto.

Forzare Sansa nel ruolo di vittima e umiliarla sessualmente per mano dell'ennesimo fidanzato sadico aggiunge nulla a ciò che abbiamo già visto, e anzi: ci proietta in una fase di regressione e con noi il personaggio.
Tutto lo slancio in avanti, tutto lo sviluppo del personaggio è minato dal questo affronto: è un pezzo di show che non sconvolge, ma è solo noioso e controproducente.

Nei libri, al posto di Sansa (sì, questa parte va in bianco, ma come anticipato, oggi non ho voglia) Ramsay finisce per sposare Jeyne Poole, una ragazza di Grande Inverno costretta a travestirsi da Arya Stark.
Jeyne è un personaggio incredibilmente tragico, probabilmente il più tragico di tutti i libri.
Ma come, dice, più di Sansa? Più di Robb?
Ah, beata ingenuità.

[ora parlerò due ore di Jeyne. Sì, ve ne potete andare]
[insensibili]
Jeyne era una delle amiche del cuoricione di Sansa.
Se la passava bene: non era ricchissima, ma essere l'unica figlia del Sovrintendente di Grande Inverno ti dà certi vantaggi.
Poi la casata Stark viene macellata e Jeyne non conoscendo il destino di suo padre (muore. avevate dubbi?) viene originariamente imprigionata con Sansa Stark, e grida istericamente il nome suo padre.
Siccome 'sta cosa non sta benissimo a tutti 'che qui vogliamo dormire signora mia c'è gente che lavora, Cersei la separa da Sansa e la povera J finisce in uno dei bordelli di Dito Corto.
Sparisce per buona parte deii libri e quando rispunta è la novella Arya Stark, pronta a finire in pasto allo psicolabile di turno (Ramsey. Bisogna specificare, che qui è pieno di matti).
Poi le cose si complicano (Jamie quasi la sgama, ma tutti incrociano fortissimo le dita e sperano nella cecità dei Bolton), e insomma J supplica Theon di aiutarla, offrendosi a lui anche sessualmente.
E qui scopriamo che la piccola J è stata maltrattata un sacco: è tutta coperta di cicatrici e pare sappia più di quanto non voglia dire.
Jeyne passa il suo tempo confinata in una torre e rimane traumatizzata da Ramsay. Si lamenta così tanto che riesce a 'unire' tutto il Nord che è ancora legato alle figlie Stark (pure se finte).
Dopo essere scappati da Grande Inverno, J e Theon vengono portati nell’accampamento di Stannis Baratheon dove lei, avendo vissuto a Grande Inverno, è in grado di rispondere correttamente alle domande, così continua a fingere di essere Arya.
Il freddo le congela parti del corpo che perderà (tipo la punta del naso) e la sua scelta di vita è limitata: o fa Arya o sarà una puttana qualunque (probabilmente per Theon che ormai è una donzella, quindi #maiunagioia).

La storia di J è senza dubbio la più straziante di Westeros: era una dolce bimba d'estate, con la testa piena di canzoni e storie, che ha perso il padre, la sua unica amica, la sua virtù, e potenzialmente la sua sanità mentale. Le brutalità che ha affrontato sotto le mani di Littlefinger (la schiena piena di cicatrici) e Ramsay (contusioni, abusi, stupri) non hanno pari all'interno dei libri.
So che è più facile piangere i morti, ma vi prego: un pensiero dedicatelo anche alla povera J.

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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