Nuovo anno

[lo fate anche voi l'inutile post di fine anno, vero?]




















Sono alla scrivania con la testa tra le mani, gli occhi che pulsano e la tosse.

Vale, che c'è che non va? È quella cosa?

Scuoto la testa in orizzontale e poi in verticale: è il mio modo per dire sì, mia madre lo sa.

Quante parole hai scritto oggi?
Dieci.
Dieci? Beh, è un gran risultato, conoscendoti!
Credo di sì, ma non so in che ordine vanno.
Tolstoj diceva che la grande letteratura è riconducibile a due sole trame: un uomo che parte per un viaggio o uno straniero che arriva in città.
Ho ancora una tredicesima di tempo libero da spendere: vorrei usarla per capire quale delle due storie sarà la mia nel 2016. E quale è stata quella del 2015, che un anno così confuso non mi capitava dall'adolescenza.
Pensateci anche voi, anche se siete tra quelli che non pianificano, come me.
Soprattutto se siete tra quelli che non pianificano come me perché l'improvvisazione è la pratica meno improvvisata che ci sia. 


Ci vediamo nell'anno nuovo.
Divertitevi.

Le trilogie e le saghe - how to fake it

Sul serio pensavate di esservi salvati?
Con tutta questa gente che ora si VANTA (dio, perdonali) di non aver mai visto Star Wars o simili?!
NO!
Come l'ignoranza possa diventare motivo d'orgoglio ancora mi sfugge, quindi per tutti quelli che vogliono millantare una cultura che non hanno per fare colpo durante queste feste (periodo in cui le conversazioni diventano particolarmente inevitabili, vi capisco), propongo un pratico bignamino di approccio alle trilogie più famose.
Il commento implicito per ogni capitolo che avete mancato è 'VERGOGNA', ma vi voglio dare tutte le info per fingere degnamente finché non colmate le vostre lacune.

Il meglio del 2015

Ah, quel momento dell'anno in cui proviamo a ricordarci cosa abbiamo visto a gennaio, ma eravamo troppo presi da Golden Globe e Oscar e quindi non abbiamo recensito niente e mo' è un casino.
SPOILER: ovviamente c'è Star Wars.
(no, ma giura? Sul serio, eh)

Making A Murderer (2015, Netflix)

COS'È: Oltre 10 anni di riprese per un documentario su un errore giudiziario. Forse due.

Molti pensano che le serie originali di Netflix siano caratterizzate da una certa dose di glamour dovuta alla fotografia impeccabile e patinata e da un elevato livello di sensazionalità.
E spesso questo è vero, ma non sempre (Unbreakable Kimmy Schmidt dove la mettete?).
In realtà, il filo conduttore di Netflix, la qualità che ogni contenuto Netflix aspira ad avere (e in effetti ha) è la bingeability, ovvero il fatto che è impossibile staccarsi dalla serie prima di averla finita.
La fruizione è senza soluzione di continuità, gli episodi sono concepiti per essere visti nell'arco di un weekend perché più che rispettare la struttura interna di una puntata media seguono quella di un film: una divisione per atti che ci racconta una storia.
E nulla è più impregnato di bingeability di Making A Murderer.
Le uniche pause concesse son quelle per riprendere dai continui pugni allo stomaco perché questo show vi farà dimenticare anche di andare in bagno.
E se pensate di avere una tolleranza alta grazie a True Detective sappiate che vi sbagliate.
Oh, quanto vi sbagliate.
I nuovi personaggi di Star Wars - the Force Awakens

Lo so che dovrei fare la classifica dei migliori e peggiori film, recensire tutto quello che sto vedendo su Netflix (giuro che lo faccio) e provare a fingere di avere una vita, ma oh: in mezzo a tutto questo parlare accazzo di Star Wars non sentite tantissimo la necessità di avere DI NUOVO la mia impagabile opinione?
(fate sì con la testa, ecco, bravi)
Edna vi spiega: Kylo Ren

Oh, ma chi l'avrebbe mai detto, eh?
Chi poteva sospettare che, dato che vi siete inventati una passione per Star Wars che non avete mai avuto, non avreste minimamente capito la figura di Kylo Ren, eh?!
Ah, signora mia, sono proprio shockata.
...
...
...
L'unico motivo per cui non vi sto venendo a prendere uno ad uno è che è Natale e sono in ritardo coi regali quindi ho da fare, ma dopo le cazzate che ho letto in questi giorni (anche su segnalazione di Andrea che credo goda intimamente nel liberare il kraken che è in me) non posso stare zitta.
(quando mai)

Star Wars - The Force Awakens (JJ Abrams, 2015)

COS'È: andate a fare 'ste domande intelligenti altrove, cortesemente.

Siccome me l'avete chiesto in 380, lo dico subito, così se avete altro da fare (ahahah, come se ci fosse qualcosa di più importante di Star Wars, ahahah) potete andare a farlo: mi sono divertita, mi sono emozionata e non mi sono annoiata neanche un secondo.
Mi è piaciuto, ma non mi è piaciuto fino in fondo.
E mo' vi spiego il perché.
Star Wars: The Machete Order

In attesa di finire Jessica Jones (ho avuto una vita, scusate, non si ripeterà più), riprendiamo a bomba con il countdown per Star Wars.
In molti ci stiamo preparando al grande evento pianificando con attenzione l'ennesima visione di tutta la saga.
MA IN CHE ORDINE?
Eh, ottima domanda.
Spectre (Sam Mendes, 2015)

COS'È: il ventiquattresimo film di 007.
Sì, e basta, 'che è lunedì e son già stanca.

RECENSIONE BREVE
Non è sempre vero che gli attori son più bravi in lingua originale.
La Bellucci, per esempio, doppiata migliora. E intendo non doppiata da se stessa.

RECENSIONE LUNGA
Sorvolando sulla performance della nostra (oddio, famo vostra che io non voglio averci nulla a che fare), il film si lascia guardare a cervello spento.
Les Revenants vs The Returned: la copia di cui non sentivamo il bisogno.

Grazie a quell'invenzione meravigliosa che è Netflix sto abbandonando l'ultima parvenza di vita sociale che avevo e recuperando tutte le serie tv che da mesi mi fissavano dai post-it che mi auto-lascio in giro per casa.
La mia è una tecnica che ho affinato negli anni e nasce da un utilizzo sconsiderato che faccio della mail.
Funziona così: durante il giorno mi mando tot mail con appunti, idee, note e tutto quello che, al momento, mi sembra degno di essere ricordato o approfondito; quando arrivo a casa e controllo la mia casella di posta, poi, faccio un ulteriore scrematura guidata dal mio scazzo momentaneo.
Il risultato è che su 10 mail, due le leggo e diventano post-it che mi perseguitano finché la signora delle pulizie non li cestina, tre le cancello direttamente e cinque le contrassegno come spam.
Uno psichiatra bravo diventerebbe ricco grazie a me, ma per fortuna nessuno mi ha ancora trovata. Principalmente grazie a Netflix e al fatto che non esco di casa, come dicevamo.
Frank Delfino aka l'uomo della mia vita

Shonda, io e te non siamo mai andate d'accordissimo (principalmente perché piuttosto che affidarmi a uno qualunque dei protagonisti schizofrenici e destabilizzati di Grey's Anatomy, mi faccio operare dall'inserviente di Scrubs) , ma da donna a donna ti dico: grazie per avermi aiutato ad identificare, millimetro per millimetro, l'uomo della mia vita.

Grosso, alto, camicia + gilet, barba, voce morbida e molto probabilmente assassino seriale.
Frank, ti amo.
Sposiamoci subito.

Star Wars: del perché amo Darth Vader.

Non è un mistero: il mio personaggio preferito di Star Wars è Darth Vader, tanto da avercelo tatuato su una coscia, in modalità santo.
Non si contano, però, le volte in cui mi è stato chiesto PERCHÈ io adori così tanto Anakin e non Yoda o Obi-One.
In fondo lui è cattivo, no? È brutto tatuarsi i cattivi, no? Non sta bene.
Quindi a poco più di un mese dall'uscita di Episodio VII mi sembra doveroso dedicarci un post, anche perché ricordiamolo: Anakin/Vader è l'unico e vero protagonista di Star Wars.
CHIARO, ABRAMS? LUI È IL PROTAGONISTA.


La notte dei morti viventi (George Romero, 1968)

Per combattere l’orda di depressione che mi sta assalendo, invece di recensire le 18mila serie tv che ho visto (sono sul pezzissimo, raga, peccato che io non esca di casa per parlare con anima viva da - boh - tre giorni? Ecco) e invece di menare pesantemente tutti quelli che mi dicono 'no, ma dai, non essere triste, suvvia', mi sono rivista La notte dei morti viventi.

Anche perché diciamolo: l'alternativa è andare da tutti quelli che mi dicono 'su, su', sparare loro alle gamba, guardarli mentre agonizzano a terra e ripetere 'dai, su, smetti di sanguinare, suvvia'.
Ma dicevamo: La notte dei morti viventi.
The Martian (Ridley Scott, 2015)

COS'È: la prova che è morto lo Scott sbagliato.

Prima di linciarmi, vorrei dire che il film mi è pure piaciuto: si lascia guardare, scenograficamente è una bomba e vale pure i 7 euro che vi chiede la cassiera.
Però poteva essere molto meglio, semplicemente con un adattamento diverso e un registra diverso.
Migliore, direbbe qualcuno (tipo me).

Perché ho riflettuto molto (vabbè, si fa per dire, dai) prima di scrivere questa recensione: visivamente è un film molto bello, ma è diretto male, nel senso che sono proprio sbagliati i tempi.
E da sceneggiatrice dico che è stato completamente mancato il punto del libro.

Partiamo dalla direzione degli attori.
Mark Watney/libro, è un giocoliere verbale, pieno di ironia, battutine imbarazzanti e citazioni da vero nerd.
Mark Watney/film, mantiene molte delle battute più divertenti (purtroppo non tutte e non c'è una ragione a giustificazione) ma i tempi comici di Scott son tipo quelli effettivi di Trenitalia e quindi l'ironia si schianta di faccia contro lo schermo e resta lì, sospesa e incompiuta.

Ma la cosa che mi ha infastidito di più è stata la sceneggiatura.
Il punto di un film come questo è che la natura umana può fronteggiare anche il più inospitale dei terreni con il giusto metodo: è l'elogio della mente sulla forza bruta della natura.
Mark, di fronte al gelo solitario dell'universo, sceglie di scaldarsi con le scorie radioattive.
È azzardato? Ah, ma vedi un po' te, se è azzardato.
Mark salta in aria diverse volte e la prima lo va mentre cerca di produrre acqua dalla combustione dell'idrogeno. 
Ora: secondo voi è una scelta che uno prende così, alla leggera, quella di quasi farsi ammazzare giocando con gli elementi?
No, e infatti le decisioni che prende tolgono sempre il fiato, soprattutto perché ogni scelta viene contestualizzata, analizzata e poi accolta o scartata. Si segue passo passo la via da incidente a soluzione. 
Nel film il procedimento ha del magico. C’è presentazione della crisi seguita direttamente dalla soluzione, che è una estrema semplificazione dell’iter. 
Mark/film non prende mai in mano un taccuino e fa due conti, non si gratta mai la testa, non pensa 'e mo' da 'sto cazzo di casino come ci esco?'. Avrebbe notevolmente aumentato il senso di traguardo e realizzazione a ogni problema risolto.

Idem per il contatto con la Terra o i compagni: come se fosse caduta la comunicazione pochi secondi prima, entrando in galleria.

Insomma: anche nel trailer c'era la bellissima frase finale, l'elogio all'umanità e agli sforzi collettivi.
Che vuol dire che la prossima volta, Ridley, è meglio se ti fai aiutare. Da qualcuno di bravo.



E ora, come regalo a quelli che 'ma il libro era diverso, era meglio' che per una volta hanno ragione, elenco tutta una serie di cose che c'erano nel romanzo e avrei voluto vedere anche sullo schermo:
- Il film inizia a Sol 18. Il libro inizia da Sol 6. Quindi rimane solo decisamente prima nel libro.
- L'esplosione dell'Hab succede dopo, e danneggia la comunicazione. Lui si ritrova a completare la modifica dei 2 rover (perchè va in giro con entrambi) e a pianificare il viaggio completamente da solo. 
- Le patate alla fine si salvano e sono le protagoniste di una delle frasi finali che dice Mark nel libro e che a me hanno fatto venire i brividi (una cosa tipo 'Lascio su questo pianeta 46 patate. Ecco quanto sono arrivato vicino alla fame')
- Poi c'è la questione del caratterino di Mark e delle (.Y.) che non vengono fatte vedere, e secondo me sarebbe stato da sbellicarsi, invece che intuire soltanto quello che può aver scritto in diretta mondiale
- Durante il viaggio finale (ne fa diversi) si ritrova a dover aggirare una tempesta gigantesca. Da solo, ovvio, mentre sulla Terra moriamo dall'ansia
- Passata quella, cade malamente giù per lo Schiapparelli danneggiando un sacco di roba.
- Niente capitano Lewis grande eroina. La passeggiata della muerte la fa Beck.



GUARDALO SE:
vuoi vedere un film figo sullo spazio, no quella porcheria di Interstellar

EVITA SE:
in verità vi dico: va visto


P.S.: no, non parlo del titolo italiano perché ho già ingaggiato dei sicari e non vorrei risalissero a me
P.P.S.: al di là di tutto, il trailer faceva schifo ed era un cazzo di bignami del film. Un giorno parliamo anche di come si fanno i trailer.
Happy Birthday - 3 anni!

Il blog più improbabile compie tre anni senza rendersene conto (come tutti i treenni, del resto).

Grazie a tutti, soprattutto per il supporto che non merito.
The Big Riassuntone: tutte le mie serie TV - part 2

E insomma ho recuperato per davvero la password del blog e mo' non mi fermo più (ho sentito qualcuno dire 'Che culo'? Occhio, eh).

Essendo io indietrissimo con tutto, questo sarà un bel post cumulativo con tutte le serie viste ma di cui non ho mai scritto sul blog perché boh.
Ovviamente mi dimenticherò qualcosa, quindi sentitevi liberi di dirmi cosa mi sono scordata e io mi sentirò libera di ignorarvi.



Narcos: serie di spacciare. Di inventato c'è molto poco. Evviva Pablo Escobar.
Nikita: serie di menare le mani. Se lo fa una donna è ok, altrimenti no.
Once Upon a Time: serie di fantasticare. Cosa succede se si aprono le gabbie di Disneyland e la gente esce nella vita vera?
Orange is the New Black: serie di prigione femminile. Si scopa di più qui che in tutto Game Of Thrones.
Orphan Black: serie di clonarsi. Figata totale, attrice definitiva.
Outlander: serie di amarsi. A uso e consumo delle donne che mi stanno sul cazzo.
Parks and Recreation: io amavo Chris Pratt prima che voi neanche sapeste chi cazzo era Chris Pratt, OCCHEI?
Penny Dreadful: serie di spaventarsi. Secondo me fatta malino.
Persons Unknown: serie di non capire. È talmente brutto che non riuscirete a staccare gli occhi.
Playing House: serie di volersi bene tra amiche. Aaaawwww.
Pretty Little Liars: serie su quanto le adolescenti possono essere idiote. Terminabile al quarto minuto della prima puntata, se solo le decerebrate avessero chiamato la polizia. E invece.
Red Band Society: serie di ammalarsi, ma tra adolescenti. Oh, a me è piaciucchiato.
Revenge: dai, su
Revolution: serie di no
Ripper Street: serie di inglesi che si accoltellano. Evidentemente a Londra non si fa altro.
Sean Saves the World: serie di annoiarsi
Selfie: serie di adolescenti, che detta così è una merda e invece è quasi passabile. Se ti conficchi un rompighiaccio in testa.
Sense8: serie di non capirci un cazzo, ma connettendosi tutti insieme. A me è piaciuta e amo Wolfgang.
Sherlock: serie che se non l'hai vista sei proprio un cretino.
Sons of Anarchy: serie di girare in moto con un sacco di stile.
Stalker: serie di indagini. Spoiler: sono tutti stalker, benvenuto nel sentirsi donna.
The 100: serie di adolescenza su un altro pianeta. E io ho anche perso tempo a guardarlo, come se non seguissi abbastanza minchiate.
The Americans: serie di spiarsi. Moooolto figa.
The Big Bang Theory: serie di ridere. Mi ricordo ancora i tempi in cui era bella, ora praticamente è Friends, ma noioso. I riferimenti nerd sono assolutamente scomparsi.
The Carrie Diaries: purtroppo la Carrie sbagliata.
The Flash: serie di fare i supereroi dove, per una volta, essere l'uomo più veloce del mondo non è un insulto.
The Following: serie di ammazzare. Se stessi. Dalla noia.
The IT Crowd: serie di ridere con dei veri nerd inglesi.
The Killing: serie di uccidere. Meglio quella danese.
The Knick: serie di fare medicina quando la medicina era un'opinione. Inglese. Te immagina la pulizia.
The Last Man on Earth: serie di ridere da morire. La piscina di margarita è l'idea definitiva.
The Leftovers: vabbè, se non avete imparato con Lost, io non so cosa dirvi.
The Librarians: serie di fare le avventure tipo Doctor Who, senza essere Doctor Who. Meh.
The Lost Room: serie di capire dov'è sparita tua figlia anche se non è morta. Effetti speciali a parte, è figo.
The Making of the Mob: New York: INIZIO A BREVE, GIURO
The Mentalist: serie di indagare che fine hanno fatto gli sceneggiatori bravi.
The Muppets: INIZIO A BREVE, GIURO
The Newsroom: serie di parlare velocissimi. Se sei dell'ambiente, ti piacerà.
The Slap: serie di educare i bambini come cazzo dico io. #TeamCeffone
The Strain: serie di capire perché è morto un intero aereo
The Vampire Diaries: citofonare Silvia
The Walking Dead: senti, vai via
This Is England: INIZIO A BREVE, GIURO
Transporter: non so cosa pensavo quel giorno. Eppure lo sapevo che era francese.
True Blood: avete finito??
True Detective: serie di indagare. Bello, ma non così bello come dicono.
Two and a Half Men: serie di ridere. Siccome era troppo difficile mantenere Charlie Sheen sobrio sul set, hanno decido di filmare la sua vita così com'era e basta.
Unbreakable Kimmy Schmidt: serie di ridere. Io mi sono innamorata alla sigla che è troppo idiotissima.
Undateable: serie di ridere, ma poco e male.
Under the Dome: serie di fingere che Stephen King sia adattabile
Utopia: serie di MADONNA SERIE TV DELLA VITA
Vicious: serie di inglesi gay. Guardatela, fidatevi.
Vikings: serie di fighi storici. Ma fighi fighi.
Wayward Pines: serie di fingere che i surrogati di Twin Peaks vanno bene
Wilfred: serie di amici immaginari
You're the Worst: serie di amarsi con crudeltà. Filmano la mia vita, praticamente.
Young and Hungry: serie di ridere in cucina.
Z Nation: serie di zombie super trash. Approvatissima.
Zombieland: serie di zombie ok.


Forse questi due post dovrebbero indurmi a farmi una vita.
E invece.



The Big Riassuntone: tutte le mie serie TV - part 1

E insomma ho recuperato per davvero la password del blog e mo' non mi fermo più (ho sentito qualcuno dire 'Che culo'? Ingrati).

Essendo io indietrissimo con tutto, questo sarà un bel post cumulativo con tutte le serie viste ma di cui non ho mai scritto sul blog perché boh.
Ovviamente mi dimenticherò qualcosa, quindi sentitevi liberi di dirmi cosa mi sono scordata e io mi sentirò libera di ignorarvi.


2 Broke Girls: serie di ridere. Umorismo dozzinale, ma non facciamo gli intellettuali di 'sta minchia. BONUS: una delle protagoniste ha due tette enormi.
30 Rock: serie di ridere; è ormai chiaro che i fratelli Baldwin accettano di recitare solo se il loro personaggio ha i miliardi.
666 Park Avenue: serie del dimoGNo. Due maroni e infatti cancellata subito.
A to Z: serie di amarsi. Lui sembra tanto romantico, ma alla fine è un broccolatore seriale.
Agents of S.H.I.E.L.D.: serie di combattere. Prima è un sì, poi un no, poi un meh.
Alcatraz: serie di maddeche. In tutti i sensi.
Alpha House: serie di governare. Fa molto ridere, è la versione realistica di House Of Cards. Consigliassimo anche se è un po' un casino trovarlo.
American Horror Story: serie di spaventarsi. Dipende dalla stagione, fondamentalmente è un sì, ma è guadabile (per il LOL) anche quando è un no. Non fermatevi alla prima stagione.
Arrow: serie di combattere. Molto sì, anche se il fandom mi sta sul cazzo, quindi se me lo chiedete live vi dirò che mi fa cagare perché non voglio mischiarmi con quella gente lì.
Band of Brothers: serie di combattere davvero. Se non l'avete vista siete dei poveri dementi.
Bates Motel: serie di spaventarsi di cui non ricordo nulla e direi che è già una recensione di per sè.
Battlestar Galactica: serie di combattere nello spazio. Andate a fare i compiti.
Beauty and the Beast: 'scolta, ho altro da fare.
Better Call Saul: serie di drogarsi e fare i tramacci. You better watch Saul.
Better With You: better not.
Black Mirror: serie di cose tecnologiche. Guardatelo quando siete emotivamente stabili altrimenti vi suicidate. Molto bello comunque.
Black Sails: serie di fare i pirati. Umpfh.
Boardwalk Empire: serie di fare i mafiosi negli anni '20. Molto sì.
Breaking Bad: serie di drogarsi. Il New Mexico fa schifo, l’erba la fumano solo queli che moriranno di crack. L’antidroga fa un lavoro crudele, gli agenti muoiono combattendo trafficanti squilibrati. Breaking Bad è come andare in rehab, è la Cura Ludovico, fa passare qualunque interesse per la droga. In Breaking Bad nessuno si diverte. MAI. Un capolavoro. (e non avete idea di cosa si può tirar fuori da una mosca).
Broadchurch: serie di scoprire l'assassino. Beccato al termine della prima puntata. Ce ne sono due: guardate solo la versione UK.
Brooklyn Nine-Nine: serie di indagare. Non so, non riesco.
Buffy the Vampire Slayer: serie di menare i mostri. Hellyeah!
Californication: serie di tette; c'è quello che faceva X-Files, ma la plausibilità è sempre la stessa.
Chasing Life: serie di non morire. Era meglio se.
Chuck: serie di spie; è tutto bello e aaaawww, tranne la parte delle spie.
Community: serie di ridere un sacco.
Constantine: serie di sovrannaturale che ridefinisce il concetto di noia.
Cristela: serie di ridere sugli stereotipi di genere. Ma sì, dai.
CSI Ovunque: serie di morti ammazzati dove la gente viene beccata per colpa di un'ala di zanzara caduta a 7 metri dal cadavere e che è ancora impregnata dell'odore del fast food dove l'assassino ha cenato un mese fa.
Da Vinci's Demons: serie di imparare la storia coi fighi. No.
Daredevil: serie di fare i supereroi anche se sei cieco. Molto carino, ma in fondo Netflix sbaglia poco.
Dexter: serie di uccidere; Micheal C. Hall in questo telefilm fornisce clienti a Micheal C. Hall di Six Feet Under.
Do No Harm: madonna, che puttanata.
Doctor Who: serie di inglesi che fanno gli inglesi; almeno un morto a puntata, come da media nazionale. Curiosa concezione di igiene personale in ogni spazio e tempo. Non affezionatevi a nessun protagonista.
Don't Trust the Bitch in Apt 23: serie di ridere dove Dawson prende in giro Dawson.
Downton Abbey: serie di inglesi che fanno gli emancipati usando servi bianchi. Molto sì.
Elementary: serie di indagare. Sherlock moderno con Watson femmina. Oh, pare di no, ma è carino.
Faking It: serie di amarsi anche tra donne, ma anche tra uomini, ma pure un po' e un po'. Finalmente un adolescente gay non stereotipato.
Falling Skies: non faccio neanche finta, guarda.
Fargo: serie di provare a non farsi ammazzare. Trasuda coenitudine da tutti i fotogrammi.
Finding Carter: serie di bambini rapiti. Mi son quasi slogata la mandibola a forza di sbadigli.
Firefly: serie di futuro che sa di Old West. Ancora piango per la cancellazione.
Flashforward: serie di dramma che aveva una premessa bellissima ma i protagonisti di Lost, quindi era inevitabile facesse schifo.
Fortysomething: serie di ridere con Dr House prima che fosse Dr House.
Friends With Better Lives: serie di ridere che fallisce miseramente.
Fringe: serie di misteri; pacey di Dawson’s Ceek indaga sugli universi paralleli per cercare di trovare quello migliore possibile. Uno, per esempio, in cui Dawson’s Creek finiva alla seconda puntata.
Game of Thrones: serie di combattere e scopare. Tutto bello fino alla prima stagione. Poi la noia più totale.
Garfunkel and Oates: serie di ridere e cantare, ma non tipo Glee. Molto più cinica.
Girlfriends Guide To Divorce: serie di essere donne emancipate. Non so perché la guardo, sarà il mio spirito trash.
Glee: serie di cantare; i personaggi sono troppo teste di cazzo perfino per essere sedicenni (e avrete presente i sedicenni), e fanno cover armonizzando anche le consonanti.
Go On: serie di sopravvivere alla morte. Di Friends.
Greek: serie di università. Mi ricordo che c'era un figo. Questo è quanto.
Grey's Anatomy: vi ricordo che i protagonisti scopano al primo minuto della prima puntata. Il resto è un banale tentativo di riparare a questo errore di sceneggiatura.
Halt and Catch Fire: serie di programmare. Se sei developer ti piace, altrimenti non capisci un cazzo.
Hannibal: serie di ammazzare ma con stile.
Homeland: serie di spiare. Super.
House: serie di guarire; un dottore sbaglia sedici volte diagnosi a ogni paziente e tratta male tutti, un po’ perché vuole amore, un po’ perché Hugh Laurie può fare il cazzo che gli pare.
House of Cards: serie di governare. I brividi ogni volta che lui guarda in camera. Mamma mia.
How I Met Your Mother: serie di amarsi. Tutto bello fino all'ultima stagione. Poi merda totale.
How To Get Away With Murder: serie di studiare e di ammazzare. Bello, anche se non si capisce un cazzo per tre quarti di stagione.
How To Live With Your Parents: no, vabbè.
Inside Amy Schumer: serie di ridere con mille mila guests. Da guardare anche solo per questo.
Inside No 9: serie di inglesi in cui c'è il 9 ovunque.
Jane the Virgin: serie di ridere anche se non sembra.
Kevin From Work: LO INIZIO A BREVE, GIURO
Les Revenants: serie di morti francesi. Colonna sonora dei Mogwai. Definitiva.
Lie To Me: serie di geni che fanno le battute; Tim Roth fa le faccine e guarda le faccine.
Lilyhammer: serie di ridere con un pizzico di mafia. Innocuo.
Lost: andate via
Mad Men: serie di avere classe; un gruppo di pubblicitari newyorkesi degli anni sessanta cercano di sfuggire all'attrazione gravitazionale delle tette della Hendricks, e questo causa ai loro capelli l'inconfondibile pettinatura disperatamente all'indietro.
Manhattan: serie di geni che non si rendono conto che potenzialmente potrebbero uccidere tutti. Carino.
Manhattan Love Story: serie di amarsi. Due coglioni. Sia i protagonisti che la trama.
Marco Polo: serie di storia. Non mi è piaciuto ma ancora non ho capito perché. Ci penso.
Minority Report: LO INIZIO A BREVE, GIURO
Misfits: serie di inglesi; anche i teenager inglesi hanno una curiosa concezione di igiene personale. Un sacco di grigiore albionico e un morto a puntata. Molto bene.
Modern Family: serie di ridere, ma senza le risate fastidiose in sottofondo. Il focus sono le tette di Sofia Vergara, ma anche il resto non è male.
Mozart in the Jungle: serie di suonare e scopare. Oh, ma figa sul serio.
Mr. Robot: serie di geni che programmano. Stavolta la storia è seria, non che prendono una foto in cui ci son i pixel grandi come Lego, schiacciano un pulsante e poi si vedono anche i punti neri dell'assassino.
My Mad Fat Diary: serie di inglesi col solito concetto di igiene. C'è tanta depressione e un botto di musica anni '90. Quella bella, però.


Oh, faccio pausa che sto per morire.
Prossimo post ricomincio con Narcos.


L'Esorcista (William Friedkin, 1973)

Oh, non so come dirlo ma avevo perso la password del blog.
Di nuovo. 
Sono mortificata, lo giuro, vi vorrei dire che non succederà mai più, ma sappiamo entrambi che non è così.
Vorrei fare un post cumulativo per lo meno delle serie tv che ho visto, quindi dopo questo aspettatevi un altro post inutile e poi forse si torna a ragionare.
Tanto Inside Out l'ho già visto, quindi sticazzi.
Narcos (Netflix, 2015)

COS'È: la trasposizione letterale della vita di Pablo Escobar.

L'abbiamo fatto tutti, finita la prima puntata: abbiamo cercato info.
E siamo rimasti basiti quando abbiamo visto che Netflix non si è inventata praticamente nulla, anzi: per mantenere un minimo di credibilità forse ha anche pure lasciato fuori qualcosina dell'incredibile vita del narcotrafficante più famoso del mondo.
Le Vite Degli Altri (Florian Henckel von Donnersmarck, 2006)

Cioè, io bestemmio in quattro lingue per mettere il coso dei cookies, e poi Blogger mi aggiunge il suo, così, senza avvisare nessuno.
Vabbè.

COS'È: Paranoiaparanoia.

Carissimi, sono in ferie da 72 ore; 72 ore durante le quali non ho fatto altro che mangiare ininterrottamente e vi dirò che ne vado discretamente fiera. Tutte robe assolutamente dietetiche, come braciole di maiale, lardo di colonnata, pizza ai peperoni e uno dei vostri parenti glassato.
Ora sono qui che simulo un pitone che ha ingurgitato un cammello e per caso mi è passato davanti agli occhi Le vite degli altri.

Cosa c'entra? C'entra.
Questo film non tratta di un argomento leggero, esattamente come il mio menu: parla della Stasi (Ministerium für Staatssicherheit, Ministero per la Sicurezza di Stato) e della DDR (Deutsche Demokratische Republik) e trasuda di conseguenza squallore da tutti i pori della pellicola, esattamente come io sto sudando frittura.
Chi è stato alla Ex Berlino Est capisce cosa intendo: casermoni tristi, tutto grigio, piazze grandi e spoglie, uomini grigi con cappotti beige e ombrelli neri, e mai nessuno che rida o faccia una battuta o citofoni a un campanello per poi scappare.
Questo oggi, tu pensa nel 1984.

Il film è la storia di un impiegato della Stasi che viene messo a spiare giorno e notte uno scrittore sospetto. Già vi vedo fremere dalla voglia di vederlo.
Ad aumentare l'iniziale rottura di coglioni c'è il fatto che lo scrittore inizialmente non pare fare nulla di sospetto. Ma poi muore l'amico Albert, regista censurato dal regime e ormai in declino, e allora Scrittore si sveglia e scrive un articolo-denuncia da inviare allo Spiegel, nella Germania Ovest.
Uuuuuh, brividi.
Vabbè, sentite, la trama è complessa, io ve la faccio breve.
Quando lo spione si rende conto che sta uscendo fuori roba scottante e che dovrebbe subito fare rapporto al capo-Stasi, inizia però a coprire Scrittore e redigere rapporti fasulli.
Perché? Perché Spione, la cui vita è la vita degli altri, degli spiati (taaaaac, titolo), in parte si rende conto della follia di questo sistema di spie e spiati, anch’esso macchiato di favoritismi e marchette da ministri che vogliono il potere e col socialismo hanno forse poco a che fare, e in parte si è affezionato e identificato con la vita di Scrittore.
Come finisce il film? Un po’ male, un po’ bene (?), un po’ veramente non sono in grado di riassumere tutto a causa delle costicine di mucca che mi premono sul cervelletto e quindi vedetelo, è molto bello.

Naturalmente quando finisci di vedere Le Vite Degli Altri ti assale come un leggero panico da cimice nascosta sotto il letto.
Qualcuno mi sta ascoltando?
Che verbali redigerebbe sulla mia vita?
Devo sparlare di AL, che faccio metto la musica a palla e bisbiglio?
'sto film mi mette sempre anZia, infatti giro da tre ore per casa con una lavagnetta e comunico con gli altri così, perché che ne sai, vatti a fidare.
Mia madre scuote solo la testa.

Comunque io von Donnersmarck l'ho odiato per anni perché questo capolavoro di film è la sua opera prima e si è preso pure un Oscar.
Poi però ha girato quella merda immonda di The Tourist e ho pensato che allora il karma esiste davvero.

Dopo la recensione più inutile sulla faccia di TFHO vado a mangiare le more che ha raccolto la mia mamma.

Ore 14.20: il soggetto VV85XVII ha appena finito di pranzare ma reclama ancora pappardelle al sugo di cinghiale
Ore 13.00: il soggetto parla al telefono di cose noiose e afferma di dover fare la valigia ma di non aver voglia di farla per manifesta depressione
Ore 16.00: il soggetto si lamenta perché ha mal di pancia
Ore 16.13: il soggetto mangia un gelato
Ore 16.20: il soggetto dice frasi come Parla piano che ho appena riviso Le vite degli altri
Ore 16.30: musica a tutto volume, non capisco nulla.
Fine del verbale.

Sooca.


Fact di cui si poteva anche fare a meno, ma forse no - 01

Si inaugura anche qui su TFOH la rubrica che io detengo da anni nella vita reale e che è famosa in tutto il mondo, ovvero quella degli useless fact: informazioni completamente inutili che mi occupano memoria e che sparo a raffica nei momenti meno opportuni della giornata.
Lo so, lo so, non vedevate l'ora.
Ma prima un po' di cazzi miei che non interessano a nessuno (spero sia chiaro il filo conduttore di questo post).
Dovete sapere che il mio nuovo idolo è Disgust e non vi ho linkato a caso questo video.
Disgust mi fa sentire a posto con me stessa quando tutto il mondo mi sembra insopportabilmente rompicoglioni e io mi chiedo sarò io o saranno loro?
LORO, ovviamente, la risposta è sempre LORO.
Grazie Disgust, sei il mio nuovo guru.

Ma veniamo ai facts e partiamo da True Detective.
Perché, dite?
Vi ringrazio per la domanda: perché questa è casa mia e faccio il cazzo che mi pare.

Head-To-Head: Sarah Connor VS Ellen Ripley

Viste le ultime recensioni, ci stava un testa a testa.
Terminator Genisys è ancora in sala con Emilia Clarke nei panni dell'iconica Sarah Connor, personaggio che era stato interpretato anche da un'altra presenza fissa di Game Of Thrones, ovvero Lena Headey.
Ma dobbiamo tornare indietro di altri 25 anni per tornare dove tutto è iniziato. Linda Hamilton non è la prima eroina cazzuta della storia del cinema, quindi questa settimana ci stava un nuovo testa a testa.
E chi doveva scegliere se non Ellen Ripley?

*mi riferisco solo al primo film di entrambe le sage per OVVI motivi*

Terminator Genisys (Alan Taylor, 2015)

COS'È: pensate a Gianni&Pinotto vs Terminator. No, anzi, a Terminator & Robin. Insomma, siamo all'autoparodia.

È vero: pure Salvation è brutto, ma l'ho riguardato di recente ed è un po' meno schifido di come me lo ricordavo dato che quanto meno amplia il tema del lato oscuro delle macchine.
Ma Genisys è così impantanato nell'autoreferenzialità e nelle battute che ho quasi avuto il sospetto che al cinema avessero messo la pizza sbagliata.

E invece.
Inside Out (Pete Docter, 2015)

COS'È: l'ultimo capolavoro Pixar. Bentornati, ragazzi.

Non ero convinta: Inside Out sembrava tanto Ma che ti passa per la testa?, quella sitcom anni '90 talmente bella che è stata cancellata dopo 3 stagioni (un record, per l'epoca!).
Poi è uscito il primo trailer e ho alzato un mezzo sopracciglio, esattamente come avrebbe fatto Disgusto (nettamente il mio personaggio preferito, voglio uno spinoff su Disgusto e la moda, Disgusto è la nuova Edna), pensando che umpfh, sì, dai, divertente, ma sarà sicuramente l'unica scena carina del film.
Poi hanno iniziato ad arrivarmi recensioni da amici che vivono all'estero e non dicevano 'simpatico, ci siamo divertiti'.
No: dicevano 'Figata raga, film dell'anno, bomba assoluta'.
Allora vaffanculo, passatemelo che me lo vedo anche io (nei paesi civilizzati è già uscito, da noi esce il 16 settembre, siamo il fottuto terzo mondo).
E quindi l'ho visto.
E ho pianto sei volte.
S E I.
E ora voglio finire questa recensione per ricominciarlo e piangere altre sei volte.
Questo è quanto è bello Inside Out.
Omen - Il Presagio (John Moore, 2006)

Ore 06.00 di stamattima: mi sveglio e realizzo, senza apparente motivo, che non scrivo sul blog dal 1936.

Ore 06.05: siccome non mi riaddormento decido di scrivere su un film che ho visto da tempo, che tutto quello che c'è al cinema l'ho visto ma ancora non riesco a parlarne (sì, Terminator, Sì).

Ore 06.10: mi ricordo di avere la rubrica STASERA IN TV praticamente abbandonata a se stessa. Riesumiamola mi dico.

Ore 6.12: stasera su Italia 1 fanno Omen. Siccome fa schifo, avvisiamo gli amici del blog che ancora non l'hanno visto.

Ore 7.00: finisco il post soddisfatta, segnandomi un memo mentale di pubblicarlo stasera.

Ore 21.00: per scrupolo ricontrollo la programmazione televisiva di oggi. Date le conseguenze di tale gesto, mi sento di consigliarvi di non farvi mai e poi mai venire scrupoli. MAI.

Ore 21.01: in realtà il film su Italia 1 è THE LOSERS, che manco so cos'è. Come ho fatto a confonderli? Boh.

Ore 21.02: Disperazione. Cristo è chiamato in causa svariate volte. Che faccio? Mo' 'sto post non centra una mazza.

 - - - DATI NON RECUPERABILI A CAUSA DELL'INSTABILITA' MENTALE DEL SOGGETTO CHE FORSE IN OMAGGIO AL FILM BESTEMMIA ALACREMENTE - - - 

Ore 22.00: fanculo, vi peccate il post e ringraziate anche.
Jurassic World (Colin Trevorrow, 2015)

COS'È: vi sembrano domande da fare?

Cari amici di The Force Of Hobbit,

ho recentemente scoperto che il mio blog si può abbreviare con TFOH e nonostante ancora non capisca se mi piace o se sembri una malattia neurodegenerativa, ho deciso di utilizzare questa sigla a ogni piè sospinto.
Quindi diciamo che è un po' per questo motivo che faccio quella recensione di un film visto giorni e giorni fa (ho sentito qualcuno esclamare che culo, o sbaglio? Occhio).

Siccome so che tra voi c'è qualcuno che legge queste recensioni seriamente (consiglio: fatti una vita), prima di mandare tutto a puttane come il mio solito vorrei provare a dire due-cose-due con un minimo di cognizione di causa.
Game Of Thrones - 5x10 -  Mother's Mercy

Io ho un oste di fiducia, vicino casa, molto simpatico. Quando vado da lui e gli dico Vorrei una bottiglia buona, fai tu, lui è tutto contento e mi chiede cose come Lo vuoi secco, amabile, dolce, che ci devi fare, senti questo che buono viene dal Piemonte, ora lo annuso, annusalo anche tu. Fa tutte quelle mosse tipiche dei sommelier, me lo versa, io assaggio e dico: mmmmm, ma è una delizia.
Oste non sa, però, che io arrivo a casa stanchissima e spesso già ubriaca causa precedenti aperitivi e a quel punto il mio palato distingue solo il Tavernello scaduto dal vino bevibile, e tutte le sue energie e i suoi sforzi mi fanno molta pena.
Game Of Thrones - 5x09 - The Dance of Dragons

Amiche, ma soprattutto amici:
oggi voglio aprire con un'info utile.

Oh tu, utente, che sei giunto sul mio blog con la chiave di ricerca
film una coppia non vende la casa e poi muore
mi rivolgo a te:

esatto, il titolo è proprio "Una coppia non vende la casa e poi muore", mi domando come tu non l’abbia trovato semplicemente googlando.
Il film è di Lina Wertmüller, anno 1979, una chicca da non perdere. Carolina e Ferdinando vivono in una casa appartenuta alla famiglia di lui. A causa di alcuni investimenti sbagliati sono costretti a vendere, ma il cuore non glielo permette. Alla fine muoiono a causa di mancate manutenzioni alla casa.
Quatto stellette, un capolavoro.

Bene, sbrigati gli obblighi di pubblica utilità, veniamo a noi e alla penultima puntata di quest'anno di GOT detta anche 'abbiamo speso tutto il budget qui, la prossima sarà fatta utilizzando le ombre cinesi'.
CAN'T WAIT!
Ex Machina (Alex Garland, 2015)

Benvenuti al primo post scritto su un blog in linea con quella stronzata dei cookies.
L'inutilità di quel banner è superata solo dalla stupidità dell'utente medio che è causa di quel disclaimer (nel 2015 ancora qualcuno crede che non tracciamo i dati? Che poi questo blog se ne freghi e che cerchi di stare il più nell'erba possibile perché è timido è un altro discorso) e potrebbe portarmi a recensire male un film che invece mi è molto piaciuto.
Ma sono molto felice anche solo per il fatto di essere riuscita a vedere di nuovo un film, cosa che non succedeva da boh, due mesi? Quindi evviva (eh?).
In realtà ho visto altra roba (per lo più di merda), ma ecco, volete le recensioni dei film brutti?
(poi parleremo della noia di questo incipit).
Game Of Thrones - 5x08 - Hardhome

Fighissime amiche, simpaticissimi amici,
grazie a Timehop ho scoperto che da 5 anni esattamente in questi giorni (28 maggio - 2 giugno) io divento insonne, non dormo per tipo sei giorni e vedo sempre gli stessi film o le stesse serie ma me lo dimentico.
Forse vuol dire qualcosa?
È una nuova malattia neurodegenerativa? Posso darle il mio nome? Posso trasformare questo blog in un diario dell'allucinazione?
Qualcosa digita sulla tastiera. Espressione di stupore atroce. Cos’è. Sono le mie dita. Ma pensa.

Mi sembra il momento adatto per guardare GOT

Andrea Caligari - Muoio come uno stronzo. E ho fatto solo due film

Forse vi eravate persi la lettera aperta di Mastrandrea a 'Martino' (io me la ricordo perché ottobre 2014 è stata una vera merda emotivamente parlando e dopo aver letto il Messaggero mi son detta Ma sì, dai, facciamoci del male per benino, rivediamo 'sto film)(son cintura nera di masochismo), ma quasi sicuramente state scaricando Amore Tossico.
Game Of Thrones - 5x07 - The Gift

Ciccicci a destra e a manca, o crapuzze vuote.
Oggi ben quattro persone mi hanno detto che sono una persona cattiva e, per chiudere in bellezza, stasera amica S. ha scritto nella chat comune di Whatsapp dicendo: A ottobre divento madre! Tutti hanno esultato, ma io avevo letto A ottobre viene mia madre! e ho reagito con una certa freddezza.
Anche dopo aver chiarito il malinteso, comunque.
Quindi potete bene capire che di recensire in maniera spensierata e allegra STAMMERDA non se ne parla.
This Must Be The Place - una recensione che non lo è

Cari numero 6 lettori che ogni tanto leggete e non ho ancora capito perché (la vostra mamma sa che fate queste cose?), oggi un consiglio mascherato da recensione mascherata da i cazzi miei: stasera alle 21 su Iris fanno This Must The Place, forse l'unico film di Sorrentino che ha fatto schifo a tutti tranne a me.
Dice, cosa ti è piaciuto: ora lo spiego, state calmi che mi avete già messo l'ansia.
Game Of Thrones - 5x06 - Unbowed, Unbent, Unbroken aka Povera Sansa

Un grande roar panteresco a voi, carissimi amici.
Presa dai fumi dell'alcol pensavo: e se facessi una sigla d'apertura con la mia faccia nel cerchio mentre ruggisco, come il leone della Metro-Goldwyn-Mayer? Ma non sarebbe un'idea, senza voler esagerare, a dir poco fantastica? Secondo me sì.

Oggi sono particolarmente felice perché finalmente ci siamo levati Daenerys dai coglioni. Ci sono volute 5 stagioni, ma finalmente è successo: 40 minuti senza la nana malefica.
Ah, ve lo dico, ma forse l'avete capito: io questa recensione non la rileggo.
Quello che c'è scritto, c'è scritto.
Game Of Thrones - 5x05 - Kill the Boy

Pare che, nonostante la puntata sia di una noia quasi stupefacente, in realtà le cose inizino a farsi interessanti un po' per tutti.
Un po' perché siamo già a metà di questa stagione e io ancora non ho provato a suicidarmi tagliandomi con la carta affilata dei libri (compito reso ancora più arduo dal fatto che io ho il Kindle) e un po' perché ormai la serie tv fa un po' il cazzo che le pare, non sembra manco parente della roba che abbiamo letto.
Quindi via, proviamo a riassumere cosa cazzo succede sullo schermo mentre noi ci sloghiamo la mandibola a suon di sbadigli.
Avengers - Age Of Ultron (Joss Whedon, 2015)

COS'È: è passato così tanto tempo che spero di non doverlo spiegare.

Ho aspettato a fare questa recensione per due motivi:
il primo è che mi ero scordata di avere un blog (no, davvero);
il secondo è che non ce la faccio a parlar male delle persone a cui voglio bene e io, a Joss Whedon, ci voglio molto bene.
Ora però la terapia è finita e adesso so fare moltissime cose nuove tipo ricordarmi le password d'accesso e criticare Joss senza rannicchiarmi in posizione fetale piangendo sommessamente.
Sui miei problemi relazionali, invece, ancora nulla.
Una cosa alla volta.
Game Of Thrones, una storia vera (sort of)

Allora, la verità è che il leak delle puntate mi ha fatto passare la voglia di recensire i primi 4 episodi di GOT.
Epperò ora tocca alla quinta puntata e io non scrivo nulla dal 1932, quindi mi son detta 'scriviamo uno dei soliti pipponi supponenti che permettono ai miei lettori maschi di fare i fighi con le loro squinzie a basso costo, mentre a me non mi si caga manco di pezza'.

È quindi con la gioia nel cuore !!11!!1! che mi accingo a parlare dei riferimenti storici reali in Game Of Thrones.
Perché se anche tutto il mondo non è formato da fighi stratosferici (#MaiUnaGioia), quella di George R.R. Martin non è fiction, ma trasposizione di una realtà storica.
Game Of Thrones - 5x02 - The House of Black and White

Ma come, ancora?
Sì, nel caso viviate sotto a un sasso o in mezzo al mare, vi aggiorno io: 4 puntate sono illegalmente finite online, grazie a qualcuno che probabilmente voleva fare il cosplayer di Ned Stark e ha deciso, così, di perdere lavoro e testa in un sol colpo.
Quindi siamo di nuovo qui, sperando che questo secondo episodio sia un attimo più sostanzioso del primo, a chiederci 'ma questo, di preciso, nei libri quando cazzo è successo? Ma soprattutto è successo? Ma quanti lusti fa ho finito i libri? Altro che Barriera: c'era ancora il Muro di Berlino eretto. Ciccio Martin, ma vogliamo scrivere?' e via dicendo.
Same old.
Vabbè, iniziamo.
Game Of Thrones - 5x01 - The Wars To Come

Eccoci di nuovo qui, dopo un anno, ad attendere le puntate della serie tv più sopravvalutata degli ultimi anni.
Perché lo facciamo?
Voi non lo so, io personalmente lo faccio perché CI SONO ANCORA UN BOTTO DI FIGHI NUDI che posso guardare senza utilizzare il browser in navigazione anonima.
Oh, son vantaggi di cui non si parla mai abbastanza.

Prima di ricominciare spendo altri due minuti a fare un mini riassunto (per i precisini: trovare tutta la stagione 4 recensita, episodio per episodio, qui):
Joffrey è morto, Tywin è morto, Tyrion è in fuga grazie a Jamie, Arya ha detto la parola magica e ha dato il soldino per fuggire, Stannis è arrivato al di là della Barriera e ancora se la mena con 'sono l'unico re' alla faccia di Giosnò che ha pianto Ygritte due minuti e poi ciao. Al di là del mare, niente: Daenerys ha rinchiuso i draghi e pretende di regnare dicendo 'io sono la regina'.
Bran? I Greyjoy? La Fratellanza Senza Vessilli? Quel qualcuno che-nei-libri-ritornava e ancora non s'è visto?
Evidentemente gli sceneggiatore han saltato dei capitoli.
Ma andiamo con ordine e godiamoci questa prima puntata della nuova stagione, che si chiama 'Le guerre che verranno' e dal titolo già capiamo che in questo episodio non succederà un cazzo di niente. Aspettiamo e basta.
House Of Cards - un adattamento di Shakespeare

Quanto bene conoscete Shakespeare?
Lo so, molti di noi si limitano a quelle due robe studiate in classe (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, Amleto, ecc), ma se siete come me, lo amate ben oltre lo studio scolastico. Non c'è niente come un po' di pentametro giambico per sentirmi l'intellettuale che a volte vorrei essere (e che non sono manco per sbaglio).

Cinquanta Sfumature di Grigio (Sam Taylor-Wood, 2015)

COS'È: sì, l'ho visto, ok?

E non ho parole per spiegare quanto io abbia riso durante la proiezione.
Mi consola il fatto che non ero l'unica: l'umanità ha ancora una speranza.
Ma andiamo con ordine in questa pseudo recensione ricca di spoiler:
Birdman o (l'imprevedibile virtù dell'ignoranza) (Alejandro González Iñárritu, 2014)

Alejandro, che cazzo ci facciamo qui, adesso? Ma cosa hai combinato?
Senti, lascia perdere un attimo tutta quella gente lì fuori e ascolta me.
Io ti capisco.
Sono l'unica che ti capisce. Sono l'unica che sa come stai.
E non ti devi punire: avremmo fatto tutti la stessa identica cosa.
Sul serio, dillo anche a Keaton, anzi chiamalo qui un attimo, così ci chiariamo tutti insieme.
The Slap (NBC, pilot)

COS'È: così tanti buoni propositi, così poca chiarezza.

The Slap ha un obiettivo ambizioso: fare chiarezza in questo mondo così caotico.
Perché puoi essere contro la violenza fino al midollo, ma un bambino che fa *quel* casino supportato dalla totale indifferenza dei genitori fa venire il prurito alla mani.

Ma facciamo un passo indietro, che magari non tutti voi avete visto la versione australiana.
The Slap è ambientato durante il quarantesimo compleanno di Hector, un uomo che tanti parenti quanti problemi.
Durante la festa, conosciamo questo microcosmo che rappresenta bene (ma molto superficialmente) la famiglia che abbiamo tutti noi: il quarantenne in piena crisi di mezz'età che se la fa con la babysitter minorenne, la suocera invadente che fa impazzire la nuora, la coppia di amici hippy/artistoidi, quella di arricchiti e quella famosa.
Whiplash (Damien Chazelle, 2014)

COS'È: il film che, se non sei una persona bidimensionale, ti fa fare i conti con te stesso.


RECENSIONE OGGETTIVA

Whiplash è una storia sulla ricerca dell'eccellenza.
Detto così fa venire in mente Karate Kid, Ufficiale E Gentiluomo oppure Il Sapore Della Vittoria: un uomo si trasforma nella miglior versione di se stesso grazie all'aiuto di un mentore burbero ma ispiratore.
Bene, amici: COL CAZZO.
Cioè, prendete il cuore di quello che vi ho detto ed epuratelo dai luoghi comuni.
Quello che resta è, appunto, una frustata in faccia.
Quello che resta è Whiplash.
Better Call Saul (AMC, pilot)

COS'È: andate a fare i compiti.

Facciamola breve 'che forse questa è la recensione più inutile che si sia mai vista: Better Call Saul è già un classico.
Se non vi è piaciuto Breaking Bad, non vi piacerà neanche questo; se avete amato la vita di Heisenberg, questo spinoff è droga.
E sì, è necessario aver visto BB per capire bene BCC.
Ok?
Siete tutti soddisfatti?
Posso continuare il mio sproloquio da sola, conscia del fatto che sono troppo emozionata per rileggere quello che scrivo, visto che sto per godermi la TERZA visione del pilot, e che quindi ci saranno refusi e frasi senza conclusione?
...
...
...

I migliori film sul football americano

Perché sto facendo questo post quest'anno?
Perché gli altri anni ero impegnata a tifare [insert a bestemmia here]

Perché sul calcio non fanno film fighi?
Perché il calcio è uno sport di merda che deve estinguersi come hanno fatto i dodo (ok, dai, salviamo giusto Mean Machine che infatti è un remake UK di un film sul football)

Perché questi film e non Invictus?
Perché il blog è mio e Invictus è uno dei punti più bassi della carriera di Clint Eastwood.

Perché manca il mio film preferito?
Perché ho poco tempo e devo iniziare a gufare i Seahawks che si è fatta una certa.
Scusate.

Exodus: Dei e Re (Ridley Scott, 2014)

COS'È: no.

Due uomini potenti - fratelli di diverse madri e grandi amici sin dall'infanzia - si ritrovano uno contro l'altro quando il padre ne elegge uno come suo preferito.
Scontri, tradimenti e un eccidio di massa sono i risultati di quello che accade quando questi due ex migliori amici diventano acerrimi nemici quasi all'improvviso.
È la recensione di Thor, in estremo ritardo?
No, sto parlando dell'adattamento di un altro prodotto di fantasia: la Bibbia e l'ultimo film di Ridley Scott.
Nell'eterna sfida tra Marvel e DC, Exodus ci ricorda che adattare qualcosa è un rischio che spesso sfocia nel LOL.
Perché questa scelta visto che dalle sale è appena sparito Noah?
Forse pensavano di fare un bel lavoro con tutte quelle rane, locuste, coccodrilli e agnelli sgozzati (uno pensa che Dio nella sua onniscienza sappia distinguere il suo popolo dagli infedeli e invece ha bisogno di costate grondanti sangue appese sulla porta di casa).
Invece la vera piaga è stata un'altra: la CGI più insignificante degli ultimi cinque anni.
Still Alice (Richard Glatzer e Wash Westmoreland, 2014)

COS'È: un film leggero su una malattia spaventosa.

Un film che sceglie di trattare l'argomento della malattia è coraggioso a prescindere perché ci sono pochissimi modi per farlo correttamente: il rischio di essere troppo superficiali o di scadere nella morbosità è altissimo e lascia veramente poco spazio d'azione.
L'Alzheimer era già stato trattato in maniera immensa ed impressionante da Haneke in Amour, quindi perché parlarne ancora?
Sì, si poteva evitare, se non fosse per la straordinaria interpretazione di Julianne Moore, giustamente in corsa per gli Oscar (e ammettiamolo: l'unica che possa impensierire la protagonista di Gone Girl).