Ma te pensa 'sta cretina della Lucarelli che cazzo mi costringe a fare: sto per scrivere un post a favore di Gabriele Muccino.

La polemica è risalita agli onori della cronaca nelle ultime ore (che si sa: finito il mondiale siamo tutti un po' persi...), ma l'argomento non è nuovo: doppiaggio sì o doppiaggio no.
Mr VadoAFareIFillmZInAmmeriga propende per il no, la Lucarelli per il sì.
Quando due pesi massimi della deficienza si scontrano, schierarsi è sempre dura, me ne rendo conto.
Se non fosse che stavolta combatto senza tema nelle fila di Gabry.

Noi contro il doppiaggio, che per anni ci siamo ritrovati in buie stanzette a sussurrare in anticipo i finali di stagione che tutti gli altri dovevano ancora iniziare a vedere, siamo passati dall'essere cool (fregandocene), all'essere snob fino allo step finale: l'essere rinnegati.
Sì, perché ora siccome gli hipster guardano tutto doppiato (perché è una roba brutta come quei cazzo di pantaloni col risvolto o le scarpe da corsa usate come scarpa quotidiana), noi siamo out.
Da cool ad out senza rendercene conto. E seduto a fianco a noi mo' c'è Muccino.
Se non siamo out così...

Però parliamoci chiaramente: se un regista ha scelto un preciso attore (con tanto di voce incorporata), avrà avuto i suoi motivi, no?
Possiamo ragionevolmente pensare che magari Peter Jackson non avrebbe scelto Pino Insegno a Viggo Mortensen per interpretare Aragorn? E allora perché ci dobbiamo arrogare noi il diritto di castare gente a caso?
Oltre che ct della nazionale, siamo tutti registi/producer/attoroni?
Ma anche no, soprattutto visti i risultati quando doppiamo gente del calibro di Tom Waits: qui la sua voce originale in Sette Psicopaticiqui la sua voce italiana nello stesso film (minuto 1:54).
Una voce tombale trasformata in quella di una checca: ora tutti quelli a favore del doppiaggio vengono qui e mi giustificano questa cosa.

Ma si fermasse alla voce, il problema, potremmo FORSE scendere a patti.
E invece no: Selvaggia finge di dimenticare che il doppiaggio appiattisce (o meglio, cancella totalmente) tutta una serie di rumori di fondo che compongono la scena e ce la rendono vera.
Fruscii, sussurri, spostamenti d'aria e tutta quella serie di frequenze che si perdono quando inconsciamente roviniamo un file audio comprimendolo in un mp3 (il cancro dell'audio) vanno a farsi fottere insieme al lavoro del fonico che per mesi si è fatto il culo provando a tirar fuori il meglio dalla scena.
Di nuovo: chi siete voi per scegliere il bilanciamento audio di un film? Voi che per mesi avete scaricato le suonerie dei cellulari a pagamento e che ora le create da film grabbati da YouTube?

Quindi tutto qui?
Ah, amici, mettetevi comodi, abbiamo appena iniziato!
Abbiamo giusto parlato qualche giorno fa di Terminator, dove 'I'll be back' diventa 'Aspetto fuori'.
ASPETTO FUORI???? Cazzo è, il fidanzato che non ci accompagna mentre compriamo gli assorbenti in farmacia? Ma seriamente?
Esattamente come Dan Aykroyd in Blues Brothers rievoca i tempi in cui 'mi cantavi i blues e suonavi l’arpa'. L’arpa? L'arpa nel blues? In inglese harp significa semplicemente armonica a bocca e ci si poteva arrivare, credo.
Questione di labbiale, direte voi.
Ma anche no, vi dico io.
Prendete Black Swan: apoteosi finale, il momento di pathos ed emozione e brividi e pelle d’oca su cui si chiude il film. La povera Natalie Portman si sacrifica sull’altare dell’arte, mormorando, in estasi 'I felt it. Perfect. I was perfect'.
Traduzione: 'L’ho sentito. Perfetto. E’ stato perfetto'.
NO!!! Brutto coglione direttore del doppiaggio, NO!
Non è la stessa cosa. Perchè hai appena visto un film in cui una povera crista si autodistrugge nell’ossessiva ricerca (tra le altre cose) della personale perfezione, quindi non è lo stesso dire "è stato perfetto" e "sono stata perfetta". Per quale motivo decidi di cambiarlo? Per il labiale? Non credo, non mi sembra ci sia una differenza così marcata tra le due opzioni, al massimo se vuoi stare più stretto, falle dire "ero perfetta" e sei a posto.
Oppure perchè sei sordo e hai capito male? Oppure perchè sei deficiente e non hai capito una mazza del film? Parliamone, dimmelo, aiutami a capire.
Ma ce ne sono mille, di questi esempi:
Raising Arizona: Io non lo so... forse era Disneyland. -> Don't know. Maybe it was Utah (voglio vedervi a pagare 80 euro per entrare nello Utah).
The Millionaire: Sono musulmani, scappate! -> They are muslims, get them (li prendiamo o scappiamo?)
Sudden Impact: Coraggio, fatti ammazzare! -> Go ahead, make my day
Shining: Sono il lupo cattivo! -> Heeeere's Johnny! (boh, cioè, davvero, boh)

Dei titoli dei film non so se me la sento di parlare, forse dovrei dedicarci un post a parte.
Prima di chiudere, però, vorrei evidenziare l'ultimo aspetto che mi fa sorgere la dermatite ogni volta che per sbaglio inciampo in un film o in una serie tv doppiata: l'atteggiamento.
Perché in tutti i film ambientati nei quartieri difficili o in zone disagiate, i protagonisti parlano come se gestissero l'Accademia della Crusca?
Vi pare credibile? Normale? Sensato?
Col doppiaggio si perdono cadenze, inflessioni, accenti, modi di dire, cantilene, peculiarità e tutto ciò che differenzia un personaggio da una macchietta.

Quindi, mia cara Selvaggia, tanto per cambiare la prossima volta prova a parlare di qualcosa che conosci.
Magari ti diverti.

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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