Inside No. 9 (BBC Two)

COS'È: un ottimo esempio (non a caso inglese) di una tipologia di serie tv ormai scomparsa: la serie antologica.
Se a questo ci aggiungiamo che gli ideatori, i produttori e spesso gli attori di questa antologia sono Reece Shearsmith e Steve Pemberton (The League of Gentlemen) (siamo tutti sul pezzo, vero?), praticamente parliamo di un capolavoro.
Certo, vi deve piacere l'umorismo nero british.

Tranne rari casi (sì, bravi, Black Mirror), le serie antologiche sono prettamente comedy: si prestano facilmente al modello (episodi stand alone, scollegati tra loro, completamente indipendenti se non per la ricorrente comparsa di uno o più attori che però interpretano personaggi diverse in storie diverse) e spesso fungono da pilot per possibili nuove serie.
Il format così particolare permette anche una declinazione prettamente inglese: quella dell'episodio natalizio.
A Proposito di Davis (Joel e Ethan Coen, 2013)

COS'È: un film stupendo, difficilissimo nella sua semplicità, enorme ed invisibile. Tutti aggettivi che si uniscono più spesso di quanto non sembri.

A Proposito Di Davis è l'equivalente cinematografico del Re Pallido di David Foster Wallace: due opere che trattano argomenti assolutamente intrattabili, quali il fallimento e la noia.
Intrattabili perché, per coerenza, un romanzo sulla noia dovrà essere noioso agli occhi del lettore e un film sul fallimento dovrà fallire agli occhi dello spettatore.
E credetemi: entrambi ce la fanno (ed è un complimento).
Probabilmente è proprio per questa ragione che all'ultimo lavoro dei Coen non è stato tributato il giusto onore, nonostante si tratti di film davvero stupendo e perfetto, che riesce a seguire l'impostazione classica dei tre atti nonostante l'apparente stranezza della trama: in fondo chi vuole vedere l'apologia del fallimento?