Doctor Who - The Day Of The Doctor (speciale 50 anni)

COS'È: uno degli episodi speciali del Dottore, quello per i 50 anni.

Non so cosa il resto del mondo si aspettasse da questo episodio.
Sicuramente sono stati 80 minuti divertenti ed emozionanti, ma ciccia?
Pochetta.
Come ogni qual volta si riempie un film o una puntata solo ed esclusivamente di citazioni: finisce che ti dimentichi di scrivere una storia.
La pecca principare di The Day Of The Doctor è questa: doveva avere un core narrativo più forte, invece fa quello che potrebbe fare una puntata qualunque inserita all'interno della regular season.
Se non ci siamo annoiati è grazie ad un altro aspetto: questa puntata è una riflessione sul Dottore, sul cosa significa e cosa comporta esserlo, nel grande schema delle cose.
Un arazzo di vite e caratteri in un tripudio spettacolare di fez, cacciaviti e TARDIS più o meno rovinati.

Memo: Thor - The Dark World

Vi ricordo che MERCOLEDì (non giovedì, quindi) 20 novembre esce al cinema Thor - The Dark World.
Perché di mercoledì?
Perché Thor fa il cazzo che gli pare.

Posto la locandina US perché quella italiana con la sciacquetta non è contemplata.

Venere In Pelliccia (Roman Polanski, 2013)

COS'È: il più bel film che vedrete quest'anno. E non sto esagerando neanche un po'.
Non solo è il nuovo film di Roman Polanski dopo Carnage, ma ci sono Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric E BASTA.
Dico sul serio.
Cosa volete di più? E poi 'sta settimana al cinema c'è Jobs, e vi ho già detto qui quanto fa schifo.

Io i film così perfetti li odio, perché non dovrei nemmeno farci un post: vien fuori una roba imbarazzante da fangirl.
Peccato che sia la realtà: questo film è davvero impeccabile.

Perfetta la scelta del soggetto: ci sono pochi registi bravi come Polanski nel campo-controcampo in scene di pura conversazione concettuale e qui si tratta di un soggetto pieno di eccentricità nella narrazione che non scorda nemmeno per un momento l'impostazione classica.
Perfetta la scelta dei movimenti di macchina: la carrellata iniziale fluidissima e l'utilizzo sapiente della steadycam ci regalano da subito un senso di disagio (e fanculo alla shakycam dimmerda, santiddio, visto che si può fare anche senza?).
Captain Phillips (Paul Greengrass, 2013)

COS'È: il film che mi ha convinto ad investire tutti i miei risparmi in una fornitura eterna di supporti con teste mobili da consegnare a tutta Hollywood.

Capisco di trovarmi di fronte ad un bel film quando non riesco più a seguire montaggio ed inquadrature e mi faccio totalmente rapire da quello che avviene sullo schermo.
Dopo un inizio letteralmente imbarazzante (sul serio: i primi cinque minuti sembrano girati dal figlio seienne di Tom Hanks con uno dei primi cellulari con fotocamera), Greengrass come al suo solito sceglie di girare con camera a spalla, ma opta per un investimento saggio: tutto quello che ha risparmiato tagliando sui supporti, l'ha dato a sceneggiatori e montatori.
E per quanto la shakycam mi faccia vomitare (preparatevi al mal di mare), devo ammettere che lo stacco da un'inquadratura storta all'altra è estremamente ritmato e perfetto per la narrazione tesa che ci aspetta.

I film fascisti

[BENVENUTI AL SEDICESIMO POST-SPIEGONE DI QUESTO BLOG]

Non vi mentirò: questo post doveva essere la recensione di Ender's Game, un film che poteva essere tante cose buone ed è finito per rappresentare la parte peggiore del libro da cui è tratto.
Magari ne parlerò meglio in un altro post soffermandomi maggiormente sugli aspetti tecnici, non so, non ho ancora deciso.
Il punto è che questo è solo uno dei tanti lunghi che ultimamente mirano a plagiare lo spettatore e la cosa sinceramente inizia a diventare insopportabile, principalmente perché è fatta con l'inganno.
'Tutti i film vogliono plagiare lo spettatore', diranno i miei piccoli amici.
No: tutti i film hanno una tesi. Un punto di vista, un'idea da confermare o smentire.
E ovviamente non mi permetto di entrare nel merito della bontà di queste idee, purché tutto ciò venga fatto alla luce del sole.
Cosa che non sta più succedendo.