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Ve l'avevo promesso, quindi eccoci qui a parlare di un tema estremamente natalizio: lo zombie.
Tra tutti i mostri, questi esseri lentissimi con la loro fame atavica sono assolutamente i miei preferiti e (finger crossed) potrebbero anche essere uno dei pochi prodotti del cinema horror che non cadranno alla pussyfication degli ultimi anni.
Addio, amici vampiri; addio, amici licantropi,
è stato molto bello, ma o la smettete di luccicare, di girare senza t-shirt e di essere dei fighi o noi non abbiamo più nulla da dirci.
Grazie a iddio non riesco proprio ad immaginare un film in cui gli zombie facciano aperitivo in centro prima di azzannare qualche cervello.
Insomma, ci spero, cazzo.
Previsione future a parte, spesso la gente non riesce né a condividere né capire il perché della mia passione.
Come già detto
qui, il cinema è mosso dalla paura, è amplificatore delle fobie sociali e dei timori sociali o politico/economici. La famosa “paura rossa” ha preso forma nelle creature aliene proveniente da altri pianeti, soprattutto Marte (il pianeta rosso), rafforzando così la vena patriottica e la visione (super)eroistica degli Stati Uniti e dell'esercito.
Il sci-fi anni '50 e primi anni '60 viveva di minacce esterne ed era strumento di propaganda politica: gli Ultracorpi di Don Siegel, gli alieni della
Guerra dei Mondi e via dicendo sono metafora del maccartismo, della Guerra Fredda, della spersonalizzazione tipica della società comunista (...), della disumanizzazione socialista.
La minaccia è esogena, è qualcosa di completamente diverso da noi, è
Alien.
Qui arriva la genialità di Romero.
Tutti i film della saga romeriana sui non-morti sono apparsi in momenti di grande importanza storico/sociale per gli Stati Uniti (e non solo); tutti sono stati lo specchio deformato e grottesco di un America sull'orlo del collasso.
Nel 1968 (l’anno non è casuale), infatti, George Romero dà vita (ahahah)(scusate) a
La Notte dei Morti Viventi, spostando per la prima volta la minaccia da esterna ad interna: ora il nemico è endogeno, il virus non viene dallo spazio, è estremamente terrestre, addirittura creato in laboratorio.
In altre parole, ora il nemico siamo noi: siamo in periodo Vietnam, viviamo la minaccia nucleare, nelle strade la polizia uccide gli studenti.
Romero ci presentò un'umanità spaventata e in fuga da un nemico che non riusciva a comprendere. Non è un caso che l'eroe della pellicola sia un nero, che alla fine del film viene ucciso dai soldati, essendo scambiato per uno zombi.
Zombi è datato 1978, esattamente dieci anni dopo: una feroce satira della nuova società dei consumi, in cui i pochi sopravvissuti all'assalto dei morti viventi, si riparano all'interno di un centro commerciale, dove cominciano una vera e propria seconda vita: all'interno del paradiso artificiale, il supermarket come non luogo per eccellenza, i protagonisti tentano di ignorare la minaccia esterna.
Il Giorno degli Zombi, 1985: ancora più politico, quasi più dialoghi che sangue. Gli esseri umani, per scampare ai non-morti, si siano rifugiati in bunker sotterranei, mentre il potere é stato preso da militari senza scrupoli. Gli zombi qui sono in grado di apprendere e diventano quasi più simpatici degli uomini. Ciao, America puritana di Reagan, ciao.
In realtà la 'magia' zomba non si ferma qui: lo zombie può simbolicamente rappresentare ogni paura inconscia moderna. Dall’immigrazione alla rivoluzione, dal terremoto all’olocausto nucleare, questi simpatici morti viventi sono l’evento inatteso impossibile da fronteggiare.
Azzerano le regole della società , le gerarchie, le autorità , le religioni e le ideologie, le infrastrutture materiali su cui si basano le nostre città e quelle immateriali su cui si basa la civiltà come la conosciamo.
Ma proprio grazie a questa sua capacità di fare tabula rasa, lo zombie rappresenta anche la possibilità di un nuovo inizio, una nuova frontiera, una nuova società da ricostruire.
Non a caso, sono morti viventi: esattamente a metà tra quello che eravamo e quello che possiamo diventare se ci gettiamo alle spalle tutto ciò che c'è attualmente di marcio.
Nella prossima puntata, un breve compendio di film zombosi da non perdere.
(forse)
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