Jobs (Joshua Michael Stern, 2013)

COS'È: l'ennesima conferma che più si parla di un film, maggiori sono le probabilità che sia una ciofeca.

Del resto, cosa potevamo pretendere da un film le cui riprese sono iniziate meno di sei mesi dopo la morte di Steve Jobs e fatto uscire in fretta e furia, per lucrare?
Togliamoci subito il dubbio: Ashton Kutcher è ok. Si è preso la briga di studiare il personaggio e tutto sommato non gli riesce male, secondo me. Un po' troppo forzato, a volte al limite della macchietta o del manierismo, spesso simile ad un portatore di Asperger ma alla fin fine ci sta.
In realtà tutti gli attori sono all'altezza, ma nessuno di loro riesce a nascondere le grandissime lacune del film.
E no, non sto assolutamente parlando degli aspetti di imprecisione storica. Chissenefrega della precisione storica: è un film, non una pagina di Wikipedia.
L'errore principale (uno dei tanti) è stato fondamentalmente quello di voler riassumere oltre 25 anni di storia in due ore.
Perché se c'è una cosa che c'hanno insegnato i biopic degli ultimi anni (tutti, dai più riusciti come Il Discorso Del Re o Lincoln a quelli meh come Marilyn a quelli al limite dell'orrore come J. Edgar) è che il modo migliore per portare una figura reale sul grande schermo è rappresentare SOLO uno specifico, limitato periodo della sua vita.