COS'È: un docufilm sulla rivoluzione digitale, una serie di interviste con contorno di spiegazioni tecniche cinematografiche direttamente dalla bocca di Martin Scorsese, George Lucas, David Lynch, Vittorio Storaro, Danny Boyle, James Cameron, Christopher Nolan, Robert Rodriguez, David Fincher e molti altri. Insieme ai registi, quindi, possiamo ascoltare le testimonianze di molti direttori della fotografia e color editor, i quali non hanno accolto il digitale a braccia aperte.

Come prima cosa vi consiglierei di vederlo perché della fotografia nel cinema non si parla mai abbastanza.
Come seconda cosa, proviamo ad analizzare i vari interventi.
Perché se tanti hanno detto cose giusto e condivisibili, altri - specialmente i DoP - si sono dimostrati molto molto conservatori.
I più parlano di come si sia perso quel 'rapporto di fiducia' tra loro e il regista: prima, infatti, quando il regista chiedeva, si affidava ciecamente alle parole del suo direttore della fotografia che solitamente rispondeva 'fidati, ho tutto qui dentro', picchiettandosi sulla testa.

Era un rapporto delicato che chiedeva un 'leap of faith', una vera e propria fiducia incondizionata perché il girato di un'intera giornata era visionabile solo il giorno dopo (o diverse settimane dopo, se si girava in posti lontani e non in teatri di posa).
Malgrado l’elevato risparmio di tempo e denaro (per creare la giusta atmosfera di un film), si sono sentiti privati della propria professionalità.

Posso assolutamente capire il ragionamento, ma il digitale non toglie assolutamente nulla alle capacità di questi artisti, nonostante loro sembrino non afferarlo; non riesco a capire la difficoltà nel vedere come la tecnologia rimanga “lo strumento” e non la sostituzione di quel senso artistico che li ha portati a creare dei veri e propri capolavori immortali.
Ma questa è una posizione adottata anche da molti registi, che preferiscono la pellicola al digitale, praticamente per gli stessi motivi.

La mia conclusione è molto semplice: la tua arte non te la leva nessuno. Nel bene o nel male.
Avrai più concorrenza con queste nuove tecnologie? Certo.
Ma non mi risulta che la concorrenza abbia mai fatto male, anzi.

A dimostrazione di questo, infatti, ci sono tutta una serie di artisti, registi, editor, DoP e altri professionisti dello spettacolo che hanno abbracciato i nuovi software, riuscendo ad amplificare i propri orizzonti e fondere il proprio bagaglio professionale con le possibilità date dal digitale.
Perché la mdp o i software di post-produzione sono solo un mezzo, non contengono alcuna arte, non ti privano di nessuna possibilità.
Anzi.
Eppure Nolan ne parla come se il fatto che gli studenti dello IED possano girare un videino con le loro 7D privasse tutto il cinema mondiale della sua ragione d'essere.
Sì, dice praticamente questo, ve lo giuro.

Insomma, sicuramente è un documentario interessante (con un Keanu incredibilmente sul pezzo): quindi vedetevelo e fatevi la vostra opinione.
Lynch vs Nolan.
Non sto neanche a dirvi per chi tifo io.



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Edna Von V
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