COS'È: il film-musical tratto dal capolavoro di Hugo e candidato a  8 premi Oscar, tra cui miglior film.

Come si fa un film tratto non solo da un musical, ma da uno dei musical più popolari della storia, senza prendere una tranvata in faccia?
Beh, ti devi inventare qualcosa di grosso per convincere sia quelli che i musical li odiano (c'è anche di questa gente ed è a piede libero, ve lo giuro) sia quelli che a teatro si sono innamorati perdutamente dell'opera di Claude-Michel Schönberg.
Tom Hooper, che ci ha incantati non molto tempo fa con Il Discorso Del Re, trova la chiave di volta: registrare gli attori in presa diretta, senza l'aiutino, quindi, della post-produzione.
Una pratica adottata poche volte ma che premia l'audacia del regista britannico il quale ci rende partecipi di vibranti interpretazioni a discapito dell'accuratezza canora.
Per dirla in altre parole, bravi tutti, ma Russel Crowe è espressivo e flessibile come un tronco.
Il suo Javert non ci tocca particolarmente, non sembra mai completamente calato nell'atmosfera del film e la cosa cozza parecchio, soprattutto perché il resto del cast è praticamente ineccepibile.
Buone le performance di Amanda Seyfried, più che buone quelle di Bonham Carter e Baron Cohen (sicuri di voler fare sempre queste parti, però? Io lo dico per voi), praticamente da studio quella di Samantha Barks nei panni di Eponine.
Ma su tutti spiccano loro, i due candidati agli Oscar: Hugh Jackman e Anne Hathaway, il primo in grado di reggere da solo quasi tutti il film, la seconda capace di non sfigurare in un lunghissimo piano sequenza con la camera puntata praticamente in gola.
Continuo a trovarla eccessiva nelle sue interpretazioni, ma stavolta devo mettere da parte questo sentimento ed apprezzare l'esecuzione perfetta di I Dreamed A Dream.
Dio solo sa quanto mi pesa dir 'sta frase.

Ma passiamo alla sceneggiatura e a Hooper:
la prima, per quanto estremamente aderente al romanzo, sceglie di focalizzarsi sul melodramma, sulla storia di redenzione e di speranza, di sacrificio e riscatto ambientata nella Francia del XIX° Secolo, piuttosto che sulla poetica di evasione.
Sono scelte, ovviamente, e nonostante questo si rimane fedeli allo spirito dell'opera di Hugo.
La regia, invece, è la solita di Hooper, che questa volta pecca un po' e cade nel "televisivo": le inquadrature strette e i primissimi piani - spesso scentrati - ci portano fin dentro l'ugola degli attori, per sottolineare maggiormente la presa diretta di cui parlavamo all'inizio mentre le vedute panoramiche ed aeree ci restituiscono una Parigi molto artefatta e poco realistica (anche se temo che questo non basterà a portargli via l'Oscar per la scenografia).

Le due ore e quaranta quasi completamente cantate scivoleranno via in un attimo e all'uscita della sala, a seconda della vostra indole, vi ritroverete a cantare "Do You Hear the People Sing?" oppure "Every Day / A Heart Full of Love".
Io ho scelto la prima perché
The thing about equality is... everyone is equal when they are dead.


GUARDALO SE:
vuoi arrivare preparato agli Oscar
vuoi goderti un sacco di attori fighi
ami i musical
vuoi ridere un po' di Russel Crowe

EVITA SE:
detesti i musical: ci saranno sì e no una decina di batture recitate e non cantate. E ti ricordo che dura DUE ORE E QUARANTA

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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