Spiega - Il doppiaggio

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[che se ne sentiva il bisogno]

Che io non sia una grande fan del doppiaggio e dell'adattamento in generale è noto ai più, sui motivi di questo odio invece ci sono pareri discordanti.
La maggior parte mi taccia di snobbismo, che mi sembra una ragione ben debole in un mondo fatto ormai praticamente da serie tv sottotitolate.
Eppure c'è ancora gente che 'no, vabbè, la aspetto in italiano su Sky' oppure 'ma se leggo i sottotitoli non guardo cosa succede sullo schermo'.

Ma andiamo con ordine: perché sto facendo ORA questo discorso? Principalmente perché questo è il momento in cui sono arrivati al cinema tre film che, pareri personali a parte, sono stati brutalizzati dal doppiaggio. Mi riferisco a The Master, Django Unchained e Lincoln.
Worst & Best - 31 gennaio

Looper è il film già visto sul quale ho già speso ampie parole qui. Mi ripeto volentieri, soprattutto dopo l'orrendo trailer italiano: andate a vederlo perché non ha NULLA a che vedere con quella banalità di teaser tutto concitato che vedete ovunque.
Si tratta di un film maturo (pur con errori qui e là) su un tema abusatissimo come quello dei viaggi del tempo: Johnson riesce a trarne, però, un thrillerone che pur nella sua linearità e prevedibilità risulta affascinante e per nulla banale.
Era uno dei miei film preferiti dello scorso anno, con due bellissime scene di cui una (Seth giovane che cerca di raggiungere il se stesso vecchio) è praticamente da manuale del cinema di fantascienza.
Si possono fare film innovativi su argomenti banali.
Si devono fare. Dai, Johnson, grande.

Django Unchained (Quentin Tarantino, 2012)

COS'È: il film che ho provato ad evitare di recensire per così tanto tempo che ormai non posso più scrivere a nessuno senza che mi venga chiesto "oh, la rece di Django Unchained?".
L'avete voluta voi, l'avete.

Come si recensisce un film così, ovvero un'opera che vorrebbe essere remake se non omaggio di un'altra?
Beh, sia paragonandola con l'originale a livello di significati, trama ed innovazione stilistica, sia valutandola in maniera indipendente.
Ed incredibile a dirsi, ma Tarantino riesce a portarsi a casa un bel 4 in entrambi gli aspetti.

Partiamo dal parallelismo con l'opera di Corbucci.
Di questo film colpiscono sostanzialmente due aspetti: la genialità della mitragliatrice nella bara (io amo il trash duro e puro, lo sapete, non dite niente) e il finale che ho intenzione di dire qui, a chiare lettere, perché il primo che mi parla di spoiler in un film del '66 verrà scorticato vivo e trasformato in una pelliccetta che userò per superare questo rigido inverno.
Pronti?
Worst & Best - 24 gennaio

Lincoln è il film candidato a 57 Oscar (ok, dai, SOLO 12) e che, se tutto va come deve andare, se ne porterà a casa più di uno, in più di una categoria 'grossa'.
Abbiamo già detto come gli americani sembrano ricordarsi del proprio senso civico solo al cinema e solo quando si parla di premi, ma la verità è che Lincoln è un gran filmone, e sì, so che sto parlando di Spielberg.
La settimana scorsa Burton, ora lui, qualcuno mi porti al pronto soccorso.
Continuo a non amare questo regista, ma la verità è che questo è un prodotto profondo, riuscito, pensato bene, girato bene, interpretato meglio.
Certo, è difficile negare come il tema sia MOLTO PARACULO (di questi tempi, poi...), ma pure noi ci siamo portati a casa un Oscar parlando degli orrori del Nazismo, quindi zitti e pedalare.

Utopia (pilot, Channel 4)

COS'È: la nuova serie tv che farà la gioia dei complottisti.
Si tratta di un prodotto british, è un thrillorone paura, quando muore qualcuno si vede BENISSIMO ed è praticamente già amore.

Un gruppetto di persone con praticamente niente in comune.
Una PhD in medicina, un IT guy, un complottista duro e puro che però ha la mia stima per esser riuscito a cancellare qualunque sua traccia dal web e dalla vita reale, un 12enne dalla famiglia problematica, un tizio che non ho ben capito cosa fa nella vita e il vice ministro della salute inglese.
Sullo sfondo due malattie misteriose, una graphic novel scritta da un pazzo (davvero) che anticipa tutte le catastrofi del secolo e 'The Network', l'associazione che sparge cadaveri qua e là, rincorre il fantomatico fumetto e dà la caccia al gruppetto di persone di cui sopra con un'unica domanda: "Where's Jessica Hyde?"
Do No Harm (pilot, NBC)

COS'È: l'ennesimo rip off di una serie tv britannica di tutto rispetto, Jekyll.
Questa mid-season parte veramente malissimo.

Che i prodotti televisivi del Regno Unito siano una spanna al di sopra di quelli statunitensi ormai è un dato di fatto difficile da negare.
Che questi ultimi stiano provando a tenere il passo copiando brutalmente tutto quello che va in onda su BBC One è innegabile esattamente come i pessimi risultati che si ottengono oltre oceano.
Perché se con Elementary abbiamo chiuso un occhio, fingendo di non vedere la quasi accecante inutilità di Lucy Liu, con Do No Harm è difficile evitare la derisione anche senza paragonarlo a Jekyll.
La storia è davvero la stessa: di giorno neurochirurgo giovane, figo e dal CV impeccabile, di notte l'alter ego violento e socialmente disturbato.
Ma i miei piccoli lettori hanno imparato che non si giudica un prodotto dal cosa, ma dal come, quindi: dov'è che Do No Harm sbaglia?
La Migliore Offerta (Giuseppe Tornatore, 2013)

COS'È: l'ultimo film di Giuseppe Tornatore, dopo il dimenticabile Baarìa.
Questo non si allontana di molto, comunque.

Ho aspettato un po' prima di recensire questo film, eppure, nonostante ci abbia riflettuto sopra diverse settimane, non riesco ad inquadrarlo.
In verità è una cosa che succede spesso ai film decisamente mediocri che però vantano un'interpretazione magistrale (basti guardare tutti i biopic degli anni precedenti).
Qui, ovviamente, mi riferisco a Geoffrey Rush: inarrivabile, perfetto, stupefacente.
Riempie lo schermo ogni volta che viene inquadrato, eppure è proprio a causa di questa sua forza che probabilmente è difficile avere un'opinione onesta sul film.
Però, insomma, questo è un blog di recensioni, quindi un'idea devo essermela fatta e dovrebbe anche essere il più onesta possibile, altrimenti questo post era evitabile (SPOILER: certo che era evitabile, ovviamente).
Worst & Best - 17 gennaio

Frankenweenie è l'ultimo film di Tim Burton che riprende uno dei suoi primissimi lavori d'animazione, ovvero un cortometraggio.
Chi mi conosce sa che questo thumb-up è fuori dagli schemi: il mio non amore per Burton è noto, l'ultimo lavoro degno era Big Fish al quale seguono solo lavori imbarazzanti culminati in quell'aborto che era Alice in Wonderland.
Ma come detto in apertura, questa è l'evoluzione di un suo corto, di quando ancora aveva un cervello.
Io, tipo, non ero ancora nata, per dire l'anzianità della cosa.
Chi era al Lucca Comics l'ha già visto in anteprima, agli altri consiglio comunque di vederlo a breve.
Ci son dentro un sacco di citazioni carinissime e, in fondo, si parla di zombie (sort of...), quindi cazzo facciamo gli schizzinosi a fare.
Dio bono, io che consiglio Tim Burton, ma dove andremo a finire?
Non mi riconosco più.

Cloud Atlas (Wachowski e Tykwer, 2012)

COS'È: l'ennesimo film tranquillamente inseribile nell'ormai troppo ricco filone del "fiasco eccelso".

La compagnia è più che ottima: Avatar, J. Edgar, qualcuno (non io) ci aggiungerebbe The Tree Of Life, qualcun altro (io) Vita Di Pi.
Le caratteristiche sono presto dette: budget stratosferico, VFX o trucco quasi impeccabili, vuoto pneumatico o evidenti lacune a livello di trama.
Cloud Atlas li raggruppa tutti.
La prima cosa che viene in mente, finito il film,  è che i fratelli Wachoski volevano prenderci per il culo, così, da burloni quali sono.
Perché dopo i due scandalosi sequel di Matrix nessuna persona sana di mente si prenderebbe ancora sul serio.
Quanto meno vista la bufera sui presunti plagi (sì, piccoli amici, già dal nostro amato Matrix) che accompagna i due registi sin dai loro primi passi dietro la macchina da presa.
La seconda cosa che viene in mente, se ci si ragiona sopra un minuto in più, è che qui non si è manco fatto un piccolo sforzo per provare a mascherare il vuoto al cuore della sceneggiatura.
Golden Globes - And the winner is...

Poche ore fa Tina Fey e Amy Poehler hanno consegnato i 70simi Golden Globes, anticipandoci così i risultati degli Academy.
Anche qui, diverse delusioni per chi se lo meriterebbe e fama ai soliti noti.
Argo probabilmente strappa qualche premio in più di quello che farà agli Oscar.
Jessica Lange, dite quello che volete, ma per me si meriterebbe tutto, anche il premio come miglior colonna sonora.
La amo, cosa devo fare.


Vediamo insieme com'è andata (in rosso i vincitori)
Academy 2013 - Documentari

Li abbiamo citati ieri, rientrano tra le categorie "minori", spesso in Italia non arrivano nemmeno in homevideo.
Sono i film nominati per la sezione Best Documentary e sono dei veri e propri gioielli ingiustamente sottovalutati.
Diamo loro uno sguardo più approfondito e chissà che non convinca qualcuno a cercarli o a non perderli se mai riusciranno a varcare i confini nazionali.


5 Broken Cameras
The Gatekeepers 
How to Survive a Plague 
The Invisible War 
Searching for Sugar Man

Transporter: The Series (pilot, Cinemax)

COS'È: la serie d'azione franco-canadese basata sull'omonima trilogia cinematografica creata da Luc Besson e Robert Mark Kamen.
Lo so, non sembra neanche una frase vera visto l'ossimoro iniziare (action franco-canadese, ma LOL), e invece.

Per chi ha visto i tre film, la trama non è nuova; per gli altri la riassumo in breve: Frank Martin è un transporter, ovvero un corriere/autista in grado di portare ovunque qualsiasi persona o cosa senza far domande, senza referenze, senza nomi.
Il pilot parte molto bene, lanciandoci immediatamente e senza spiegazioni nella "quotidianità" di Frank: prima dello stacco della sigla (per altro, forse la più brutta mai creata) ci vengono presentati un problema in merito alla quantità di persone di cui si deve far carico, un inseguimento mozzafiato, l'acume e la scaltrezza del protagonista nel mimetizzare la propria auto, il rapporto d'amore e odio con il capo della polizia e il sangue freddo di Frank.
Il tutto in tipo 5 minuti.
Se il resto della serie è così, è una bomba.
Spiega - il cinema coreano del 2012

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[il primo del 2013, evviva]

Dopo aver avuto un'infarinatura sul cinema coreano - uno dei più interessanti del mondo - possiamo tirare le fila di quello che è stato un anno cruciale per l'industria, ovvero il 2012.

Esattamente come la struttura interna della propria società, anche l'industria cinematografica della Corea del Sud ha subito grandi cambiamenti negli ultimi due decenni.
A seguito di una storia turbolenta e della rapida crescita economica, il cinema coreano ha visto aumentare vertiginosamente la propria produzione in un 2012 che ha permesso l'apertura verso nuovi mercati, dato che quello interno stava rapidamente diventando saturo.
Ma se il cinema coreano ha più volte puntato i propri riflettori su questioni nazionali calde e sensibili, mai come ora lo ha fatto così apertamente ed in maniera aggressiva.
Worst & Best - 10 gennaio

Cloud Atlas è il film meno peggio della settimana, quindi se stavolta preferite non leggere il post sappiate che vi capisco.
Questo fantascientifico 2013 inizia malissimo.
Perché sappiate anche questo: se il 2011 è stato l'anno dei biopic, se il 2012 era quello sei supereroi, questo è sicuramente l'anno del sci-fi.
Beccandosi un thumb-up non si può certo dire che sia un film brutto e le lacune che ha (ripetitività, lentezza, noia, involontario LOL, ...) non sono dovute ai Wachowski (e no, in questa sede non parleremo né di Matrix né del fatto che Larry è diventato Lana); la riflessione che è doveroso fare, a mio avviso, è: siamo sicuri che tutti i libri che ci entusiasmano siano adatti ad una trasposizione cinematografica?
A giudicare dal risultato di Cloud Atlas (ma non solo) la risposta è no.
Tutto qui.
Vedetevelo e fatemi sapere.
Worst & Best - 03 gennaio

The Master è il film di cui si parla ininterrottamente da quando è apparso a Venezia e che probabilmente si porterà a casa per lo meno un paio di nomination agli Academy.
Sentirete dire che il cast è pazzesco (Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams); che parla del fondatore di Scientology Ron Hubbard; che è un film psicologico; che le interpretazioni dei protagonisti sono al limite dell'impeccabilità.
Sappiate che è tutto vero.
Sentirete anche qualcuno dire che manca il punto, che è confuso, che non è quello ci si aspetta.
Sappiate che questa gente non capisce un cazzo.
Certo, se volete un film con le esplosioni e il resto, vi direi di leggere più sotto, però ecco, mi sento di raccomandarvi caldamente anche The Master, se non altro perché è girato interamente in 65mm e ha un cast che non capita tutti i giorni.
Pure doppiato!
Ebbene sì, l'ho detto!
Che 2013 di inaspettate novità, vero?