COS'È: il tredicesimo film della Pixar Animation Studios e no, non ho intenzione di spiegarvi chi è la Pixar Animation Studios.
Partiamo male, se non sapete chi è.

Brave paga da subito uno scotto rilevante: quello delle aspettative per essersi presentatato sul grande schermo dopo un film minore (dal punto di vista artistico, ma gigante da quello del marketing e del merchandise) come Cars 2.
Non è un dettaglio, anche se nessuno ne ha parlato: i film d'animazione hanno una preparazione lunga anni e non sono legati ad una stagionalità precisa (normalmente i film US ambientati d'estate escono d'estate, quelli ambientati d'inverno escono d'inverno), di conseguenza anche il loro lancio è frutto di un'attenta pianificazione relativa agli altri film della stessa casa e delle case concorrenti.
Cars 2 era un film totalmente all'interno delle scelte di marketing disneyane per due aspetti: è un sequel ed è una roba che c'ha stampato sulla locandina a caratteri cubitali "MACCHINA PER VENDERE MACCHINE".


È un problema? No, ben vengano i film che sfruttano una property già esistente e ben salda nella mente di molti (qua infatti già si sbava per Monster University) e non vedo il dramma se la Pixar vuole fare due (milamiliardi di) soldi vendendo automobiline, pupazzetti e portachiavi di Saetta e rimpolpando la propria parata a Disneyland Paris.
Soprattutto se questo permette di fare altri film totalmente all'interno delle scelte di marketing pixeriane, tipo Brave.
Perché la cose più comune che si sente è: "è poco Pixar".
Machedavero?
Di seguito una lista dei motivi per cui Brave "è molto Pixar" (qualunque cosa significhi):
  • È una property originale: non è il sequel di niente. Motivo per cui affronta da sola la difficoltà di entrare nell'immaginario collettivo.
  • Non ha una struttura narrativa "tipica": ovvero non c'è un vero e proprio cattivo, come già non c'era in Nemo. Chi mi conosce sa che ora potrei blaterare tre giorni sullo Studio Ghibli e Totoro: consideratelo fatto.
  • Il protagonista non è né il figo di turno né lo sfigato del villaggio: come in tutti gli altri film Pixar. E il fatto che abbia scritto "il" invece che "la" non è una svista.
  • La grafica: vabbè, devo spiegare?
Abbiamo compreso tutti i tre elementi che sono alla base della realizzazione di un film Pixar: personaggi, mondo, storia.
Mi sembra abbastanza, no?
A quanto pare no:
  • "È una storia banale": ok, ora mi dettagliate una storia non banale. Dai, sto aspettando.
    Oh, lo dico una volta, poi basta: il cinema è fatto di COME, non di COSA.
    Non solo il cinema, a dir il vero: avete fatto storia dell'arte alle medie? Avete studiato quel sant'uomo del Vasari? Ecco, il porello viveva in un'epoca in cui si dipingevano praticamente solo Madonne e Santi.
    Avete mai letto una sua recensione del tipo "Ah, meravigliosa "Natività" del Correggio in cui viene raffigurata la nascita di Gesù nella grotta; nulla a che vedere con l'orrenda "Natività" del Barroccio in cui viene raffigurata la nascita di Gesù nella grotta".
    La qualità di un'opera è il COME, non il COSA.
    Spero di essere stata chiara.
  • "Ancora principesse, cheppalle": "principessa" nell'immaginario collettivo significa "figa di legno", "vestiti rosa", "principe azzurro", "reame incantato".
    Il primo che mi dice "Mulan" lo meno pesantemente perché fa tanto la figa ma poi quando le dicono "dai, vieni a far parte del consiglio" lei dice "no, mi aspettano a casa". AH, CHE BELLA PRINCIPESSA GUERRIERA, NON C'È CHE DIRE.
    Merida è in assoluto LA PRIMA eroina totalmente fuori dagli schemi, soprattutto per il fatto che alla fine matura e sceglie una strada che è allo stesso tempo tradizione e molto personale.
  • "È una storia da femmine": perché? Tu, uomo (perché con un'obiezione del genere sei sicuramente uomo), non hai MAI litigato coi tuoi? Non ti hanno mai fatto pressioni affinché la tua vita seguisse binari più simili ai loro? Non sei mai stato adolescente?
    Io so che ti sei sentito toccato dal fatto che per la prima volta i maschi non contino un cazzo, ma come dire: benvenuto nella vita reale.
La scelta di una protagonista femminile è assolutamente ininfluente dal punto di vista narrativo, ma è cruciale per il target: una ragazza parla più ad un pubblico adulto rispetto ad un ragazzo.
Menatevela quanto volete, ma è così.
Un ragazzo ha meno punti di conflitto con la società attuale: bene a male da lui ci aspettano cose entro un range molto vasto, quindi per quanto inetto qualcosa troverà.
La sua strada è ampia.
La strada di una donna è stretta e piena di buche: se sceglie di essere solo madre è una mantenuta, se sceglie di non avere figli è un automa senza sentimenti che pensa solo al lavoro, se fa un figlio ma lavora è una madre di merda... insomma, tutti (uomini e donne) hanno da ridire.
In questo senso, Merida è un'ottima scelta: tutti gli adulti hanno la loro opinione su di lei, cosa che per esempio non era accaduta con Alfredo Linguini (accanto al quale, però, spicca Colette e la sua filippica contro l'assenza di quote rosa in cucina).

Brave è un film leggero ed impegnato come solo i film Pixar sanno essere:
non sovverte le regole, ma prende quelle che già ci sono e le utilizza in un modo totalmente inesplorato, per portare grandi e piccini all'ennesima epifania.
Per gli adulti è la ripresa di un tema già affrontato in Nemo ("But, but, dude how do you know when they're ready?" "Well, you never really know you know, but when they know you'll know, ya know?") ovvero del lasciar andare i figli per la loro strada; per i più piccoli... beh, la lezione è: a volte i tuoi hanno ragione, ma comunque non aver paura di deluderli. In un modo o nell'altro la tua vita la troverai ed è probabile che loro ti accompagneranno per un pezzo.



GUARDALO SE:
ami i VFX: d'ora in poi il termine di paragone è questo
hai dei bambini e vuoi evitare che ti uccidano nel sonno quando saranno adolescenti
capisci un minimo di cinema

EVITA SE:
sei misogino e hai fatto recentemente l'operazione laser agli occhi e hai ancora le bende.
Altre ragioni non mi vengono in mente.

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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